Al Presidente dell’Acr Messina Stefano Alaimo è passata la febbre che la scorsa settimana gli avrebbe impedito di presenziare alla conferenza stampa convocata per dare alla città chiarimenti dopo il mancato pagamento delle scadenze federali (contributi ai tesserati). E gli è anche cresciuta la barba che quasi lo rende irriconoscibile ad un passante per strada. Quello che è rimasto, è la mitomania. Il fantoccio dell’AAD Invest Group è stato l’agnello sacrificale della giornata, unico a rispondere “presente” alla convocazione del Sindaco Basile presso lo studio del notaio Silverio Magno: il primo cittadino voleva incontrare Cissè e Sciotto, i due proprietari che hanno stipulato l’atto notarile di cessione del club biancoscudato, e invece è arrivato soltanto il palermitano Alaimo che si è limitato a ripetere la solita pappardella per ammuccalapuni: i soldi ci sono, ma non so quanti sono né dove sono. Arriveranno, ma non so come e quando. E continueremo noi ad occuparci del Messina. Sigh!
Le parole, rilasciate ai giornalisti sul marciapiede fuori dallo studio del notaio, dopo un nervosissimo e deluso Basile, sono la pietra tombale alle speranze di sopravvivenza dell’Acr. Il Sindaco è infastidito, “non posso farci nulla, hanno stipulato un contratto tra privati” dice ai giornalisti. Ma la verità è che ha accolto l’AAD Invest Group a braccia aperte a Palazzo Zanca, ha stretto le mano e si è messo in posa sorridente con Cissè, di fatto ha legittimato un’operazione su cui evidentemente non aveva capito che si stava scrivendo la fine del glorioso club peloritano.
La fuga di Basile e le palesi bugie di Alaimo
Appena dallo studio notarile è uscito Alaimo, Basile è fuggito dai giornalisti a cui non sapeva più cosa dire. E Alaimo è rimasto a farfugliare il nulla. “Venerdì sera hanno sbloccato il fondo da 75 milioni di euro dell’AAD Invest Group“. Un fondo da 75 milioni di euro (!!!) per l’AAD Invest Group, che però è una società fondata un solo anno fa in un paradiso fiscale con un capitale sociale di appena 12 mila euro. Non ci crede neanche un asinello. E poi davvero qualcuno può pensare che le banche lavorino venerdì sera? E perchè adesso il fondo sarebbe stato “sbloccato” venerdì sera, se fino a ieri si era sempre parlato di domenica? “Domenica ci hanno sbloccato il fondo“, hanno raccontato tutti i protagonisti nei giorni scorsi tramite i soliti lacchè della stampa amica. Ma che le banche la domenica non lavorino, tantomeno sblocchino conti, era troppo anche per gli ammuccalapuni più fessi. E allora avranno pensato di cambiare giorno, forse con “venerdì sera” qualcuno ci casca pure. Peccato che nessuno abbia mai detto quale sia il fondo, quale sia la banca e per quali motivi sarebbe bloccato. Ovviamente è tutto falso.
E infatti siamo a martedì, e non si vede un centesimo. “Quanti di questi soldi arriveranno al Messina non lo so. E quando arriveranno non lo so, è questione di giorni” ha detto Alaimo, mentre deglutiva ripetutamente ed era in evidente difficoltà alle domande dei giornalisti. “C’è la compliance“, i giornalisti insorgono e chiedono di essere più chiaro. Alaimo cambia discorso. Poi la bomba più grande, “nessuno può dire che AAD deve qualcosa, abbiamo pagato tutto“, certo, tranne il milione e 200 mila euro da dare a Sciotto come prima tranche per l’acquisto del club, tranne i contributi dei tesserati che comporteranno l’ormai imminente deferimento della Covisoc con i primi 4 punti di penalizzazione per la squadra in classifica. Che vuoi che sia. Eh ma “non ci aspettavamo che ci bloccassero il fondo” ha detto Alaimo, peccato che questa favola del fondo bloccato l’AAD Invest Group e Cissè se l’erano inventata anche in Belgio a dicembre per il Deinze, dove non hanno mai messo un centesimo. “Eh ma lì mi hanno chiamato scimmione e mi ha dato fastidio“, ha detto Cissè l’unica volta che è comparso a Messina per la consueta sceneggiata. Neanche un bambino di quattro anni. Chissà se anche in riva allo Stretto si è sentito offeso e avrà il coraggio di fare la vittima; la triste verità è che è stato fin troppo osannato come il salvatore della patria da orde di allocchi e creduloni che non avevano capito nulla nonostante fosse tutto chiaro dall’inizio.
La grande truffa dell’AAD Invest Group
L’AAD Invest Group non ha un centesimo e non ha messo un centesimo né nel Deinze lo scorso autunno, né nel Messina adesso. Per pagare gli stipendi dei calciatori ha usato i soldi degli incassi del calciomercato di Gennaio, quando la squadra ha venduto tutti i calciatori che avevano mercato sostituendoli con improbabili svincolati e qualche prestito non oneroso, qualche spicciolo dalle entrate dello stadio e i soldi ricevuti dalla Lega per i premi di minutaggio. E ha utilizzato sempre e solo il vecchio conto corrente del club intestato a Pietro Sciotto. Se non ci fossero state quelle entrate, non avrebbe pagato neanche gli stipendi, che non pagherà più nei prossimi mesi non avendo alcuna liquidità. Ecco perchè il -4 di penalizzazione in arrivo al Messina è solo l’inizio di una lunga serie di penalità che cresceranno a marzo e poi ad aprile e comprometteranno qualsiasi eventuale risultato sul campo, che ormai non conta più nulla. Per il Messina è impossibile anche solo pensare di disputare l’unico playout rimanente: nel girone C di serie C sono tutte salve, per i fallimenti di Messina, Turris e Taranto. A prescindere dai risultati del campo delle prossime giornate.
Quello che è successo oggi conferma plasticamente ciò che su StrettoWeb scriviamo da mesi: l’AAD Invest Group è un contenitore vuoto, un escamotage appositamente costruito per accompagnare squadre di calcio al fallimento evtando le conseguenze penali delle procedure fallimentari ai vecchi proprietari responsabili di questo disastro (nel caso del Messina, si tratta di Sciotto). Perché altrimenti oggi Sciotto dopo una settimana dal mancato pagamento del club, si sarebbe ripreso la squadra. E invece non l’ha fatto e non è neanche comparso davanti al notaio nonostante la convocazione ufficiale del Sindaco della sua città.
Ah, per concludere Alaimo ha detto anche che rispetto alla raccolta fondi popolare “tutti i soldi saranno restituiti a queste persone“. Non ci crede nessuno e bastava guardarlo in faccia mentre lo diceva per capire che non ci credeva neanche lui. Oltre al danno, rimane la beffa di un enorme imbroglio con l’aggravante di speculare sulla passione della povera gente. Una raccolta fondi imbarazzante, approvata persino da Sindaco e istituzioni comunali che non ci dovrebbero dormire la notte: prendere gli spiccioli di poveri padri di famiglia per pagare qualche stipendio e prebenda di pseudo dirigenti del club senza alcuna speranza di salvare la squadra. Che vergogna.





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