Ponte sullo Stretto, la lettera del prof. sulle contraddizioni dell’avvocato No Ponte: “io sono stato a Shanghai, e non avete idea…”

Ponte sullo Stretto, il prof. Pippo Messina scrive a StrettoWeb commentando le contraddizioni dell'avvocato No Ponte che sui social ha celebrato la meraviglia di Shanghai mentre in Italia combatte lo sviluppo

StrettoWeb

L’articolo sull’avvocato dei No Ponte in vacanza extralusso per Capodanno a Shanghai sta facendo molto discutere. Ieri su StrettoWeb abbiamo raccontato come il legale di punta della Rete No Ponte abbia celebrato sui social il prodigio di sviluppo e modernità in Cina, in modo contraddittorio rispetto al proprio attivismo contro lo sviluppo e la modernità in Italia.

Di seguito pubblichiamo integralmente la lettera inviata a StrettoWeb dal prof. Pippo Messina, ringraziandolo per la lettera e le belle parole nei nostri confronti ed invitando chiunque voglia partecipare alla discussione a scriverci.

Caro direttore Peppe Caridi,
sono il prof. Pippo Messina di Messina, non so se si ricorda di me ma ci siamo conosciuti tanti anni fa alla presentazione del suo libro nella Chiesa di Santa Maria Alemanna di Messina. Se non sbaglio era il 2010 e lei era poco più che un ragazzino, appena laureato ma già brillante giornalista tanto che l’anno precedente mi aveva incantato con i suoi meravigliosi servizi che documentarono meglio di ogni altro la tragedia dell’alluvione di Giampilieri e Scaletta Zanclea, terra di origine dei miei genitori.

Custodisco gelosamente una copia del suo libro sull’Area Metropolitana dello Stretto e il Ponte, da cui traspare tutto il suo grande entusiasmo giovanile che vedo – con grande piacere – non ha perduto ancora, nonostante sia passato molto tempo e la politica abbia fatto di tutto per ostacolare i sogni di progresso e sviluppo del Sud.

A proposito di sogni: ho visto che ha realizzato il suo. Non ha seguito il mio consiglio di allora, in cui la invitavo a recarsi nelle grandi città del nostro Paese per fare carriera. Non ho alcun dubbio che oggi sarebbe una delle penne più belle e graffianti dell’Italia intera, e lo dico perchè dei suoi scritti mi delizio quotidianamente perchè seguo sempre StrettoWeb e devo dire che ha fatto bene così: è riuscito ad unire Calabria e Sicilia in un progetto editoriale unico per il web, che apprezzo molto e che ha grande riscontro di pubblico. Dirige uno dei principali giornali digitali dell’Italia del Sud e immagino quanto possa essere orgoglioso di averlo fondato personalmente. La ammiro molto, e forse ancora di più, perchè è molto difficile riuscire a realizzarsi in questa nostra terra maledetta: i miei figli, ad esempio, non ce l’hanno fatta e sono tutti fuori, lontano da casa.

Mi scusi per la lunga premessa, ma alla mia età sono diventato prolisso. Non voglio farle perdere troppo del suo tempo prezioso, ma mi piacerebbe se pubblicasse su StrettoWeb questa mia email, con la speranza che alimenti la discussione tra i nostri concittadini. Mi riferisco al suo articolo di ieri che ho apprezzato molto, in cui racconta le contraddizioni – ahinoi a Messina già note – dell’avvocato Aurora Notarianni e in generale dei No Ponte che nella nostra terra agiscono per impedire lo sviluppo, ma poi altrove si meravigliano dello sviluppo altrui.

Ho deciso di scriverle perchè ho letto su Facebook alcuni commenti che mi hanno lasciato allibito. Tralasciando il fatto che molti non hanno neanche compreso il senso del suo articolo, che poi però è stato ripreso e rilanciato da molte autorevoli testate nazionali, e si sono soffermati sulla vacanza costosa come se fosse quello l’elemento principale della notizia (ma ormai l’analfabetismo è tornato a dilagare, purtroppo); ho deciso di prendere parte pubblicamente al dibattito – se gentilmente me lo consentirà – perchè io a Shanghai ci sono stato, esattamente 51 anni fa. Era il 1974 e la Cina era ancora un Paese molto povero, arretrato e sottosviluppato. Era il terzo mondo: molto peggio di come fossero le nostre Sicilia e Calabria.

Fino agli anni ’90 lo sviluppo della Cina è stato molto lento e problematico: soltanto negli ultimi 25-30 anni sono cresciuti e si sono modernizzati, ma lo hanno fatto con una velocità tale da diventare uno dei poli più sviluppati del mondo tanto da competere con l’economia americana e da avere nelle loro metropoli le eccellenze iper tecnologiche ed ingegneristiche internazionali, in modo particolare nel settore delle costruzioni, dei trasporti e delle tecnologie. Sono tornato in Cina tante volte, e sono rimasto stupito proprio dalla velocità della loro crescita e del loro sviluppo.

Ecco perchè ha fatto molto bene, e purtroppo tanti messinesi, tanti siciliani e calabresi non se ne rendono minimamente conto, ad enfatizzare le ipocrisie di chi va oggi a Shanghai e si meraviglia di quello straordinario sviluppo, ma poi a Messina combatte contro il Ponte sullo Stretto. E’ inaccettabile. E’ ipocrita, contraddittorio, ignorante, esterofilo, imbarazzante. Offensivo per l’intelligenza altrui.

Qualcuno si è permesso addirittura di paragonare Shanghai a Messina, come se lì fosse possibile avere quello sviluppo e da noi no. In realtà è esattamente il contrario: fino a qualche decennio fa, Shanghai era molto più povera, degradata e arretrata rispetto a Messina. Poi è diventata quello che è oggi proprio perchè – a differenza di Messina e del Sud Italia in generale – lì hanno fatto le grandi opere, i Ponti, i grattacieli, l’Alta velocità. Le mando qualche foto in cui si nota l’incredibile sviluppo della Cina negli ultimi 30 anni, tra cui proprio la modernissima skyline di Shanghai fotografata dall’avvocato No Ponte. Guardi: era peggio di com’è oggi Villa San Giovanni… 

Questo conferma che se il Ponte lo facessimo davvero, ci svilupperemmo anche noi come loro!

In Cina nessuno ha fatto ricorsi per i rapaci o i delfini, nessuno si è opposto per il panorama, nessuno ha alimentato menzogne per fomentare la rabbia della gente contro lo sviluppo e il progresso. Certamente questo in Cina è stato più semplice perchè non c’è una vera democrazia, ma sono tanti altri i Paesi democratici del mondo che si sviluppano in modo analogo, non solo le vicine Corea del Sud e Giappone, ma anche gli Stati Uniti d’America, il Brasile, il Canada, e più vicino a noi, in Europa, la Turchia, la Svezia, la Danimarca, persino la Romania.

Soltanto noi, in Italia, continuiamo a discutere se il Ponte sullo Stretto si debba fare o meno, senza comprendere che non solo si deve fare ma si deve fare subito, in quanto siamo in ritardo di 50 anni nello sviluppo e non possiamo perdere altro tempo. Se salterà ancora, non sarà possibile più recuperare un’intera generazione di cervelli in fuga che non tornerà mai più ad arricchire questa terra, destinata in questo modo ad impoverirsi ulteriormente, a desertificarsi socialmente.

Per questo, caro direttore, la invito a continuare nella sua battaglia contro i cavernicoli, come li definisce correttamente, in quanto evidenzia un dato di fatto: sono persone che si oppongono allo sviluppo e quindi vorrebbero tornare ai tempi delle caverne. Continui a fare riflettere la nostra comunità contro il pensiero unico dominante, e soprattutto contro le continue menzogne di natura politica che circolano sul Ponte. Quanto possono essere ignoranti coloro che lo considerano il “Ponte di Salvini”: quando lei ha presentato il suo libro a Messina, la ricordo molto bene quella sera, probabilmente Salvini neanche sapeva cosa fosse il progetto del Ponte. E nessuno come lei ha la possibilità di rivendicare una battaglia storica che conduce a prescindere da schieramento politico da almeno due decenni.

La Messina che ragiona è dalla sua parte, così come la Sicilia e la Calabria. Continuerò a seguirla con stima e affetto e mi auguro che sempre più nostri concittadini possano aprire gli occhi e sostenere il progetto, accompagnandolo senza intoppi e rallentamenti alla fase realizzativa con il dovuto fermento ed entusiasmo che un’opera del genere merita di suscitare sul territorio, di cui stravolgerà totalmente l’attuale fase depressiva invertendo il trend e dando crescita e sviluppo fin qui mancati.

Grazie per lo spazio che vorrà dedicarmi e soprattutto per il tempo che avrà concesso alle mie esternazioni, buon lavoro e ad majora semper!

Pippo Messina”

cina storia sviluppo

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