Rai-Sanremo, non sarà più come prima? Le reazioni alla sentenza sul Festival: “non è una bomba, ma una bufala”

Arrivano le reazioni alla storica sentenza del Tar della Liguria sullo stop all'affidamento diretto del Festival di Sanremo alla Rai

Esclusa la prossima edizione, quella di febbraio 2025, dal 2026 in poi non ci potrà essere più l’affidamento diretto del Festival di Sanremo alla Rai. Lo ha deciso ieri il Tar della Liguria attraverso una sentenza che farà certamente storia. Servirà un bando apposito a cui tutti gli operatori del settore potranno partecipare. Questo significa che nei prossimi anni la storica kermesse canora potrebbe anche non andare in onda sulla Rai, come accade praticamente da sempre.

Ovviamente, la notizia ha suscitato un’onta di reazioni. Adriano Aragozzini, patron del festival dall’89 al ’91 e per anni produttore esecutivo del Festival, all’Adnkronos ha commentato così: il rischio che la Rai perda il Festival “non è affatto una bomba, è una bufala”. I motivi? “Intanto, ci sarà sicuramente un appello della Rai al Tar, e dopo l’appello credo che ci sia anche un’ulteriore possibilità della tv di Stato di appellarsi ulteriormente”, spiega Aragozzini.

Ma ci sarebbe un altro elemento ancora più importante. “Facciamo l’ipotesi che questa situazione dovesse andare avanti fino a che si debba stabilire chi debba prendere in mano il festival. A quel punto è il Comune di Sanremo, che è proprietario del marchio del festival, che decide, ed è libero di darlo a chi gli pare”, analizza Aragozzini. “E a quel punto, a chi sceglierebbe di darlo? Mi sembra chiaro che lo darebbe comunque sicuramente alla Rai, perché è l’unica azienda che può permetterselo, non solo dal punto di vista economico, ma anche per il background che ha”. In sostanza, “se si arrivasse per assurdo ad un’asta, verrebbe vinta a mani basse dalla Rai, perché solo la Rai ha l’esperienza necessaria per gestire la macchina organizzativa di una cosa così complessa come il festival, con i suoi settant’anni di esperienza e i grandi risultati ottenuti, ben difficili da ripetere”.

La proposta del proprietario dell’Ariston

Walter Vacchino, proprietario del Teatro Ariston, ha ovviamente tutti i motivi affinché la storica kermesse non vada via da quel luogo. E così lancia un’idea: Rai e Comune di Sanremo più che una gara per il festival dovrebbero “fare una società. Dal momento che si tratta di un sodalizio che va avanti da settantacinque anni – spiega Vacchino all’Adnkronos – forse deve cambiare forma. E invece che essere un sodalizio convenzionatorio, potrebbe essere il sodalizio di una società che abbia un presente e un futuro”.

Per Vacchino si tratta dello sviluppo naturale di un storico sodalizio: “I soggetti sono due: il comune di Sanremo e la Rai. Auspico dunque che la soluzione sia una forma societaria e non convenzionatoria. Non so se questo sia possibile, ma lancio un’idea”, spiega ancor meglio Vacchino. Che conclude in modo eloquente: “Io sono un sanremese che conosce la storia, e vedo che la manifestazione ha due soggetti, sempre gli stessi, da 75 anni: forse questo un senso ce l’ha”.