Reggio Calabria è una delle città più care in Italia per pagamento della Tari. La quinta in assoluto, per la precisione. Si tratta quindi di uno dei capoluoghi di provincia in cui si paga un prezzo enormemente fuori misura. E’ quanto emerge dal report di Cittadinanza attiva divulgato la scorsa settimana, martedì 19 novembre: il report fornisce tutti i numeri sulla produzione dei rifiuti urbani, le percentuali della raccolta differenziata, e ovviamente il costo della TARI per ogni Comune d’Italia.
Il caso di Reggio Calabria è davvero clamoroso. In Calabria, infatti, quello reggino non solo è il Comune più caro ma è anche l’unico in cui il costo della TARI è aumentato rispetto all’anno scorso. A fronte di un servizio che continua a fare acqua da tutte le parti: non solo Reggio è la città con la TARI più alta, ma è anche la città più sporca della Regione. A fronte di questo scenario drammatico, è ancora più assurdo il silenzio quasi totale della comunità reggina, opposizione politica compresa: dopo quasi una settimana dalla notizia, eccezion fatta per due timide note dei consiglieri comunali Pazzano (estrema sinistra) e Cardia (Lega), nessuno ha espresso un minimo di indignazione. E neanche la città si smuove. In silenzio, paga, nonostante un servizio scadente e il prezzo esorbitante. Reggio, ancora una volta, tace.
I numeri
I risultati che emergono dal report di Cittadinanza attiva sono desolanti, per Reggio, nel quadro dell’analisi regionale calabrese. Ma partiamo proprio dai dati regionali. Innanzitutto, la Calabria produce 739.278 tonnellate di rifiuti urbani e la quota della differenziata è del 54,6% (dati 2022). Il Comune di Reggio Calabria è clamorosamente indietro anche in questo dato: la differenziata è ferma al 41,2%, oltre 14 punti percentuali sotto la media Regionale, e questo nonostante la massiccia campagna dell’Amministrazione Falcomatà che dieci anni fa ha imposto il balordo metodo del porta a porta e ha considerato i cittadini come sudditi. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: un totale fallimento.
Per quanto riguarda la TARI, le note sono ancora più dolenti. La media per famiglia a Reggio Calabria è di 478 euro annui: non è soltanto la quinta città più cara in assoluto d’Italia (!!), ma è anche l’unica in Calabria in cui la tassa è aumentata rispetto a un anno fa (quando la media era di 443 euro). L’aumento è del 7,9% in un solo anno, ed è in forte controtendenza rispetto al trend di tutte le altre città calabresi dove il costo annuo della TARI è in netta diminuzione come possiamo vedere dai dati:
Perché a Reggio si paga così tanto? Siamo per caso in Svizzera? E perché il costo continua ad aumentare? Dal Comune non avevano promesso alla città, con toni trionfali, di abbassare le tasse dopo aver raggiunto lo “straordinario traguardo” di uscire dal piano di rientro? Perché, quindi, la TARI aumenta a differenza delle altre città, solo a Reggio, nonostante la fine del piano di rientro? E’ ancora colpa delle “precedenti amministrazioni”, o Falcomatà ha preso di nuovo in giro i suoi concittadini raccontando balle?
E non è tutto. Gli aumenti continui si contrappongono a un servizio di raccolta che funziona a singhiozzo e alla sporcizia che dilaga in tutti i quartieri della città. Il servizio del porta a porta continua a non funzionare, com’era facilmente prevedibile (e ampiamente previsto già dieci anni fa sulle pagine di StrettoWeb), nella zona di Pellaro accanto il tracciato della SS106 rimangono accatastate centinaia di cassonetti della spazzatura che due anni fa l’allora Sindaco f.f. Paolo Brunetti prometteva di distribuire in ogni circoscrizione agevolando la raccolta dei rifiuti, nelle strade dei quartieri mancano i cassonetti pedonali che impediscono a turisti e cittadini di conferire i rifiuti in modo corretto. Insomma, siamo allo sbando e a fronte di tutto questo il Comune continua a vessare i cittadini con una TARI totalmente spropositata a fronte di un servizio inesistente.
E’ incredibile, tutto questo. Ed è ancora più incredibile il silenzio di una città che ormai si è stancata pure di urlare. Ed è questo, senza ombra di dubbio, a preoccupare di più. Evidentemente Reggio si è così tanto assuefatta a questo disastro che non riesce più neanche a ribellarsi.