Inchiesta Ducale, Falcomatà: “le dimissioni non si chiedono o minacciano, ma si danno”

Le parole del Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà in merito alle varie richieste di dimissioni in Consiglio Comunale: il riferimento è all'Inchiesta Ducale e allo spettro commissione d'accesso e scioglimento
StrettoWeb

Dopo tutti gli interventi preliminari, in Consiglio Comunale è intervenuto il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. Il primo cittadino ha parlato delle varie richieste di dimissioni arrivate oggi – ma anche in queste settimane – da parte della minoranza, relativamente all’inchiesta Ducale e allo spettro di commissione di accesso e scioglimento.

“Ho ascoltato come sempre con interesse il dibattito sulle questioni preliminari e su argomenti che esulano da quelli che sono i 22 punti all’ordine del giorno. Rispetto agli argomenti discussi, voi sapete quello che è stato il comportamento mio e nostro, personale, nelle vicende precedenti della mia giunta. Nessuno, da nessuna parte, deve prendere dalla giacchetta chi ha il dovere di verificare o approfondire determinate situazioni. Il rispetto e la fiducia verso altre istituzioni si fa con i comportamenti, non con le parole“.

Le dimissioni non si chiedono e non si minacciano, si danno e basta. Sono un fatto politico. Se io non credo nella legittimità del civico consesso, do le dimissioni, prendo le distanze. E non stiamo facendo un discorso lunare, non stiamo parlando di iper-uranio. Parliamo di cose già avvenute in questa consiliatura, con il Consigliere Malaspina. Lui si è dimesso senza scomodare Prefetti e altre istituzioni. Altrimenti stiamo parlando di altro. Non è che se le dimissioni le diamo tutti insieme hanno un valore e se le dà uno solo ne ha un altro”, le frecciate del Sindaco rispetto a chi le ha chieste.

E infatti Falcomatà si chiede: “la seconda riflessione da fare è: a chi gioverebbero le dimissioni? E soprattutto chi le chiede? Quando, a chi le chiede, sento parlare di ‘nostra città’, di quale ‘nostra città’ sta parlando? Di Melito, di Massa, di Carrara? Non glielo posso chiedere, perché non c’è”, la frecciata di Falcomatà a Minicuci. “Credo ci sia poca lucidità. Noi ci lamentiamo di Biden che confonde Putin e Zelensky, ma lui mi sembra molto più lucido di tanti altri soggetti che non conoscono evidentemente il percorso successivo alle dimissioni. Queste dimissioni da chi provengono? Da chi ha provato a fare il Sindaco e ha perso, da chi è stato condannato e da chi ha deciso di candidarsi”.

“Non cambierebbe nulla, di questa scelta, rispetto ad altre valutazioni. Non possiamo permettere che sulla richiesta di dimissioni si faccia politica sulle spalle della città. Qual è la proposta alternativa a questa Amministrazione? Di cosa stiamo parlando esattamente? Noi siamo sempre coerenti”.

“Io la ‘ndrangheta la conosco da bambino e la puzza di fumo di quando mi hanno bruciato casa la sento ancora. So cosa significa vivere sotto scorta. E non per eredità, ma perché 15 giorni fa c’ero – e mi sono beccato le minacce dal signorotto locale – quando è stata demolita una baracca abusiva. Nessuno si permetta di provare a cambiare il corso della storia. Chiacchiere non ne abbiamo mai fatte. La mia consiliatura, nei due anni che rimangono, continuerà a portare avanti la sua idea di città”.

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