Matteo Messina Denaro: “non morirò di tumore, mi troverai tu”

"Ho capito, anche se già lo sapevo, che ho una forza di volontà stupefacente, invidiabile", scriveva Matteo Messina Denaro alla sorella nel maggio 2022

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Non morirò di tumore, appena non ce la faccio più mi ucciderò a casa e mi troverai tu. Ti dirò quando arriverà il momento“. E’ quanto scriveva Matteo Messina Denaro in uno dei tanti pizzini ritrovati in casa della sorella. Il messaggio, reso noto da Repubblica, è datato 10 maggio 2022 e indirizzato a Rosetta, arrestata il 3 marzo scorso. Il boss di Castelvetrano temeva di morire a causa del cancro, ma voleva essere lui a decidere modo e momento della sua morte.

L’ex latitante era dunque preoccupato per quella malattia che è stata, alla fine, il motivo grazie al quale i carabinieri sono riusciti ad arrestarlo. Proprio le cure, infatti, hanno portato gli inquirenti ad individuare il boss.

I carabinieri del Ros hanno rinvenuto oltre mille pizzini, in parte nell’appartamento di Campobello di Mazara e in parte nella casa di campagna della sorella Rosetta. “Ho capito, anche se già lo sapevo, che ho una forza di volontà stupefacente, invidiabile. Non cammino col fisico, cammino con la forza di volontà. Io mi fermerò appena morirò, non prima“, scriveva Messina Denaro il 10 maggio.

Dalle parole usate si evince come il boss, con la malattia che pendeva come una Spada di Damocle sulla sua testa, fosse cosciente della gravità delle sue condizione. Si affrettava dunque a lasciare le sue disposizioni per l’ultima sfida allo Stato. Preferiva una morte volontaria alla resa. Aveva anche deciso come uccidersi: avrebbe usato la pistola Smith & Wesson che teneva nel suo covo di Campobello di Mazara.

La sorella, indicata come l’esecutore testamentario, aveva il compito di fare scomparire le tracce dei tanti segreti ingombranti del fratelli. Segreti che oggi conosciamo grazie ai pizzini. Le indagini condotte dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido continuano però a cercare altri punti d’appoggio. Di certo, Messina Denaro doveva avere a disposizione altri appartamenti.

Nel progetto suicida di Matteo si riscontra una somiglianza con la fine di Francesco Messina Denaro, don Ciccio, padre del boss. Anche lui morì, stroncato da un infarto. Polizia e carabinieri trovarono in campagna la salma già compost, non si sa da chi, con vestito nuovo e cravatta.

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