Caso Creazzo, l’avvocato Sarno: “Nicola Morra dovrebbe fargli scuse pubbliche”

L'avvocato Michele Sarno, che ha difeso l'ex consigliere regionale Domenico Creazzo insieme al collega Pasquale Condello, ha rilasciato di recente una lunga intervista

StrettoWeb

Il caso eclatante dell’ex consigliere regionale e sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte, Domenico Creazzo, assolto dall’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, è salito alla ribalta delle cronache nazionali. E non poteva essere diversamente, dato il gravissimo errore giudiziario che, in seguito all’operaione Euyphmeos, ha portato all’assoluzione con formula piena di 30 persone.

L’avvocato campano Michele Sarno, che ha difeso Creazzo insieme al collega eufemiese Pasquale Condello, ha rilasciato di recente un’intervista a “L’Opinione delle Libertà”.

Arrestato il 25 febbraio 2020, con una richiesta di pena di 16 anni, il processo di Creazzo è emblematico per comprendere come il sistema della giustizia italiana abbia estrema necessità di riforme serie e radicali, partendo dall’uso delle intercettazioni, per finire alla strumentalizzazione politica dei processi. Come spiega Sarno il caso Creazzo è “una erronea lettura delle intercettazioni sulla base di ipotesi investigative non approfondite ha determinato le condizioni per l’arresto ed il conseguente allontanamento dalla vita politica da parte di un soggetto che aveva conseguito un risultato elettorale sulla base di un consenso spontaneo e non certo riconducibile a logiche criminali. Sulla base di ciò dovremmo tutti insieme auspicare una riflessione corretta e pacata circa le modalità di utilizzo delle intercettazioni che non possono essere oggetto di interpretazioni suggestive allorquando risultino prive di riscontri. Rispetto a ciò va dato atto al Collegio Giudicante della grande sensibilità ed attenzione con cui ha consentito alle parti processuali di svolgere le proprie attività contemperando gli interessi reciproci con quello supremo del corretto accertamento della verità”.

La strumentalizzazione politica

E’ in merito alla strumentalizzazione politica, Sarno riferisce come “prima di mettere alla gogna un cittadino, che nel caso di specie, oltre ad essere consigliere regionale (già sindaco di S. Eufemia) era un sottufficiale della Guardia di Finanza, dovremmo riflettere sulla possibilità della sua innocenza (soprattutto nella fase delle indagini). Dovremmo prestare grande attenzione alle parole che usiamo e che sono dei macigni insopportabili per le persone che subiscono un procedimento penale e per i loro cari. Un macigno ancor più gravoso per chi indossa una divisa e viene esposto al ludibrio pubblico per aver tradito il giuramento di fedeltà nei confronti dello Stato“.

Fermo restando che anche se stiamo parlando di un caso di errore giudiziario, non dobbiamo cadere nell’errore di abbassare la guardia contro la lotta alle associazioni criminali, ma proprio per questo dobbiamo essere in grado di analizzare gli errori, per evitare che si ripetano. Del resto il clamore mediatico suscitato da questo caso è palesato da un video girato dall’allora presidente dalla Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra (irriducibile avversario della parte politica del Creazzo). In questo video emerge in maniera emblematica la foga di chi per ragioni politiche non esita a calpestare e cancellare la presunzione di non colpevolezza. Ed in una fase embrionale del processo, si dà per scontato che l’ipotesi accusatoria sia una verità acclarata ed insindacabile dimenticando che solo una sentenza definitiva può decretare l’ascrizione di responsabilità in capo ad un imputato. Personalmente ritengo che il dottor Morra dovrebbe fare le sue scuse pubblicamente al dottor Creazzo registrando un nuovo video in cui sostituire alle parole accusatorie quelle assolutorie con cui i Giudici del Tribunale hanno assolto il dottor Creazzo perché il fatto non sussiste“, precisa il legale.

L’aspetto umano

Quello umano è poi uno degli aspetti più dolorosi di questa vicenda. “Dietro ogni errore giudiziario c’è una tragedia personale e familiare – sottolinea Sarno -. Ed il sapore maggiormente amaro è costituito dal fatto che il ludibrio pubblico ha già maturato gli effetti di una condanna sociale a cui l’assoluzione del Tribunale non potrà porre rimedio nella misura in cui non riuscirà a restituire tutto quello che si è perso. Tutto questo ci deve portare ad una riflessione seria ed accorta, sui mezzi di ricerca della prova ed in particolare sulle intercettazioni, che non possa essere oggetto di gratuite strumentalizzazioni. Al fine di evitare fraintendimenti va chiarito che le intercettazioni sono uno strumento necessario ed indispensabile nel contrasto e nella lotta alla criminalità organizzata e per gravi reati contro lo Stato, ma vanno filtrate evitando interpretazioni che alterino il valore di quanto captato e soprattutto assicurando indagini che possano riscontrare o confutare in maniera da evitare errori interpretativi con effetti devastanti sulla vita delle persone privandole della libertà personale.

“Oggi il dottor Creazzo, grazie ad un Tribunale attento, si è visto restituito l’onore di poter indossare ancora la divisa e di poter tornare ad una vita normale. Ma il tema è: la sua vita da oggi potrà essere più la stessa? Potrà fermare le lancette del tempo e farle ritornare al momento prima del suo arresto? Ed ancora: quanto ha pagato l’intera collettività, che ha dovuto rinunciare ad essere rappresentata da un servitore dello Stato che si era contraddistinto sempre per la sua avversione alla criminalità organizzata? A questi interrogativi solo la Giustizia può dare risposta nella consapevolezza che la sua sconfitta si nasconde nel senso di sfiducia dei cittadini che troppo spesso sembra non si affidino più ma si rassegnino ad essa”, chiosa il legale.

La magistratura

La Magistratura è stata corretta ed ha svolto il suo doveroso compito di accertamento rispetto ad episodi importanti in maniera seria e professionale. In questo senso ritengo che l’approccio da portare avanti sia teso non a criticare qualcuno ma ad analizzare le cose in maniera da apportare correttivi ad un sistema che interfaccia con il bene supremo della libertà personale“, conclude Michele Sarno nella sua lunga intervista.

Condividi