Un francobollo per ricordare il mito di Fausto Coppi nel centenario della nascita

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La vignetta, sullo sfondo di una ruota di bicicletta raffigurata, a destra, Fausto Coppi durante una gara; a sinistra, la sagoma di un ciclista interagisce idealmente con il grande ciclista italiano

Poste Italiane comunica che oggi 15 settembre 2019 viene emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “lo Sport” dedicato a Fausto Coppi, nel centenario della nascita, relativo al valore della tariffa B pari a 1,10€.
Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.

La vignetta, sullo sfondo di una ruota di bicicletta raffigurata, a destra, Fausto Coppi durante una gara; a sinistra, la sagoma di un ciclista interagisce idealmente con il grande ciclista italiano. Completano il francobollo la leggenda “Fausto Coppi”, le date “1919 1960”, la scritta “Italia” e l’indicazione tariffaria “B”.

L’annullo primo giorno di emissione sarà disponibile presso l’UP di Carezzano (AL).

Il francobollo ed i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi, possono essere acquistati presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito poste italiane. Per l’occasione è stato realizzato anche un folder in formato A4 a due ante contenente il francobollo, una cartolina annullata ed affrancata e una busta primo giorno di emissione, al costo di 12€.

Tiratura: ottocentomila esemplari. Foglio da quarantacinque esemplari. Bozzetto a cura di Tiziana Trinca.

Angelo Fausto Coppi

Angelo Fausto Coppi nasce a Castellania (oggi Castellania Coppi), un piccolo paese sulle colline tortonesi in provincia di Alessandria, il 15 settembre 1919, quarto figlio di Domenico e Angiolina Boveri, agricoltori, dopo i fratelli Livio, Claudina (Dina), Maria e prima di Serse. Disputa la sua prima corsa a Novi Ligure, nella categoria Allievi, nel 1933 non ancora quindicenne. Ottiene la prima vittoria nel 1937 con i colori del F.G.C. di Novi Ligure. Passa dilettante nel 1938 con il Dopolavoro Aziendale Montecatini di Spinetta Marengo ottenendo due vittorie.

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Nel 1939, con la maglia del OND Tortona, esordisce nella categoria degli Indipendenti vincendo sette gare, sempre per distacco. Sotto la guida di Biagio Cavanna, massaggiatore cieco già allenatore di Costante Girardengo, partecipa alla prima corsa con i Professionisti (Giro di Toscana) giungendo terzo, gara vinta da Gino Bartali capitano della Legnano, squadra che lo ingaggia, come gregario, nel 1940. Nello stesso anno, a sorpresa conquista la Maglia Rosa vincendo il suo primo Giro d’Italia. Seguiranno nello stesso anno e negli anni successivi, da militare, durante il periodo bellico, numerose vittorie sia su strada che su pista. Nel 1942 al Velodromo Vigorelli di Milano conquista il Record Mondiale dell’ora. Soldato in Africa, nel 1943, viene fatto prigioniero dagli Inglesi. Rientra in Italia nel 1945 riprendendo a gareggiare con la bicicletta Nulli tesserato per la S.S. Lazio. Nel 1946 si unisce in matrimonio con Bruna Ciampolini diventando padre di Marina nell’anno successivo. Nello stesso 1946 viene ingaggiato dalla squadra Bianchi, maglia che indosserà fino al 1955 trionfando in molte delle competizioni alle quali partecipa.

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Nel 1949 è il primo ciclista che riesce nell’impresa di vincere nello stesso anno il Giro d’Italia e il Tour de France, cosa che ripeterà anche nel 1952. Nel 1953, sul circuito di Lugano, si laurea Campione del Mondo Professionisti l’unica vittoria che mancava al suo ineguagliabile Albo d’Oro. Nel 1955 dall’unione con Giulia Occhini (la Dama Bianca) diventa padre di Faustino. Nel 1956 passa alla Carpano Coppi per tornare nel 1958 di nuovo alla Bianchi. Sarà nella Tricofilina Coppi nel 1959 e alla fine dello stesso anno accetta di capitanare la squadra della San Pellegrino con la direzione sportiva del suo grande amico, rivale di mille gare, Gino Bartali. Questo progetto, purtroppo, non si avvererà mai perché il Campionissimo si ammala di malaria contratta durante una battuta di caccia grossa in Africa, nell’Alto Volta (oggi Burkina Faso) e diagnosticata tardivamente. Fausto Coppi si spegne all’ospedale di Tortona il 2 gennaio 1960. Ora riposa con il fratello Serse nel piccolo Mausoleo a loro dedicato a Castellania Coppi.

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