L’alto quoziente intellettivo è sempre un vantaggio? Un gruppo di professionisti reggini farà in modo che lo sia | DETTAGLI

StrettoWeb

Nasce in Calabria la prima realtà, con approccio interdisciplinare, orientata al riconoscimento, alla valorizzazione e al potenziamento del funzionamento delle persone, minori e adulti, con Alto Potenziale Cognitivo e plusdotate

Nasce in Calabria la prima realtà, con approccio interdisciplinare, orientata al riconoscimento, alla valorizzazione e al potenziamento del funzionamento delle persone, minori e adulti, con Alto Potenziale Cognitivo e plusdotate. Malgrado non esistano criteri universalmente accettati grazie ai quali sia possibile individuare oppure escludere la plusdotazione (Robinson, Zigler, & Gallagher, 2000) e manchi ancora una definizione generale della stessa (Carman, 2013), la prassi adottata dagli specialisti del settore per individuare l’alto funzionamento cognitivo è fare riferimento alle prestazioni ai test d’intelligenza della persona valutata, con approccio, dunque, psicometrico.

La Giftedness o plusdotazione è caratterizzata dalla presenza di abilità cognitive molto superiori a quelle della media della popolazione – Q.I. (quoziente intellettivo) molto elevato, indicativamente compreso tra 120 e 125 per l’APC e superiore o uguale a 130 per la plusdotazione – ed è riscontrabile in circa il 2% dei bambini o dei ragazzi (Orsini, Pezzuti, & Picone, 2013; Kaufman & Kaufman, 2011). È necessario evidenziare che a un elevato QI non sempre corrisponde un’alta prestazione scolastica, professionale o sociale, perchè il funzionamento globale di una persona è determinato anche dall’assetto personologico e dalla motivazione. Non è dunque scontato che un alto QI sia sempre un vantaggio. Affinchè lo possa essere è necessario che la persona sia riconosciuta, valorizzata ed aiutata ad utilizzare produttivamente le proprie risorse. Albert Einstein affermava che “Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.” e non c’è nulla di più vero.

DivergenteMente, realtà calabrese no profit, si propone di sensibilizzare e informare la popolazione e le istituzioni sul tema dell’APC e della Plusdotazione, con attenzione anche ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), nonché di facilitare il riconoscimento, la valorizzare e il potenziamento delle persone gifted

Le attività di DivergenteMente sono coordinate da Dominella Quagliata (Psicologa Psicoterapeuta) e realizzate, con approccio interdisciplinare, da Ilenia Longo (Psicologa –  resp. area minori); Chiara Crucitti (Dott.ssa in Scienze e Tecniche Psicologiche – resp. marketing); Tania Azzar (Psicologa; Artista – aerea talenti artistici); Ines Barbera (Medico Olistico – area medica); Anna Bellantoni (Avvocata – area legale); Tiziana Calabrò (Avvocata; Scrittrice – area scrittura creativa); Natalia Cogliandro (Pedagogista; Psicomotricista – area educazione); Martino Parisi (Docente di Musica – area talenti musicali); Massimo Pirino (Educatore Professionale – area educazione); Maria Pia Santoro (Neuropsichiatra Infantile – area medica); Concettina Siciliano (Avvocata – area legale); Eva Strati (Neuropsichiatra Infantile – area medica).

Il Comitato Etico è presieduto da Eduardo Lamberti Castronuovo (Medico – Imprenditore) e composto da Fulvio Giardina (Psicologo – Psicoterapeuta, già Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi); Enza Caracciolo (Docente di Diritto amministrativo e legislazione scolastica dell’Università Mediterranea); Valeria Fazi (Dottore Commercialista; Revisore Legale  e Presidente di AGET Italia) e Vilma Iaria (Dottore Commercialista; Revisore Legale – Presidente della Fondazione ADC Scuola di Formazione).

Per info e contatti si può fare riferimento al sito web www.divergentemente.net

Condividi