Reggio Calabria, se questa è umanità. Il quartiere Eremo da 12 giorni senza acqua, il dramma dei cittadini: “calpestata la nostra dignità, basta con le giustificazioni”

StrettoWeb

La lettera di sfogo di un residente nel quartiere a Nord della città di Reggio Calabria: molti bambini e anziani costretti a vivere in condizioni disumane

“Vogliamo avere soddisfazione, che ci venga data soddisfazione”. Inizia così, con una citazione del Giulio Cesare di William Shakespeare, la lettera di sfogo che un cittadino di Reggio Calabria ha inviato alla redazione di StrettoWeb, esasperato dai disservizi idrici che proseguono da diverso tempo. “Dodici giorni senza acqua, cosa saranno mai nell’agosto reggino, con temperature che sfiorano i 40°? Alla ben nota situazione intollerabile e ingiustificabile dei rifiuti, si sommano gravissimi problemi idrici. L’assenza d’acqua, il razionamento, il doversi arrangiare con mezzi di fortuna, non sono una novità per Reggio e non lo sono per il quartiere Eremo, dove già negli anni ’80 i cittadini solevano invocare e aspettare l’intervento dell’autobotte per riempire le vasche da bagno e raccogliere l’acqua che sarebbe mancata forse per giorni”, scrive esasperato il residente del quartiere Eremo.

“Da allora 40 anni sono passati, nulla è stato fatto per risolvere questo problema strutturale se non che – prosegue il cittadino – , in molte abitazioni hanno fatto la loro comparsa capienti serbatoi per fronteggiare le situazioni di vera e propria emergenza sanitaria cui l’assenza d’acqua può dare luogo”. L’impossibilità di poter fare una doccia, di lavare i vestiti o di mettere una lavatrice. Azioni comunissime, che però diventato purtroppo molto complicate da effettuare: “l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto, con la Risoluzione 64/292 del 28/07/2010, l’accesso ad un’acqua sicura e pulita e all’igiene, come diritto universale e fondamentale dell’uomo. Ma anche senza scomodare l’ONU è perfettamente comprensibile da parte di ognuno come privare dell’acqua una persona non soltanto sia lesivo di un diritto ma soprattutto possa comportare serie difficoltà in quanti non abbiano la possibilità di ricorrere a un parente, un amico un vicino di casa per la raccolta di acqua da usare per i comuni usi domestici essenziali: lavarsi, cucinare, tirare semplicemente lo scarico… Eppure diverse famiglie si trovano in questa drammatica situazione, famiglie costituite da persone anziane, disabili, bimbi piccoli che è difficile accudire al meglio, che non hanno la possibilità di ricorrere a una seconda abitazione a un aiuto che non sia del buon samaritano che porti un bidoncino d’acqua ai piani più alti”.

Le segnalazioni si susseguono, eppure di soluzioni e interventi non se ne vede nemmeno l’ombra: “da dodici giorni decine di cittadini non ricevono risposta alle loro richieste sul perché l’acqua della condotta comunale non rifornisca le abitazioni a nessuna ora del giorno o della notte, e sul perché non sia stata inviata un’autobotte per riempire i serbatoi, vuoti dal 30 luglio scorso. Anche adducendo come giustificazione il particolare momento di emergenza e chiamando in causa gli svariati fattori concomitanti che causano una drammatica crisi idrica, che obbliga il ricorso al razionamento dell’acqua è inconcepibile e inumano e immorale lasciare i cittadini in questa condizione per così tanto tempo, con queste temperature, senza una risposta o un tentativo di soluzione. Capri espiatori, ma non più di tanto, le operatrici dell’URP e dei Vigili Urbani, ora comprensive e gentili ora indispettite e sgarbate che raccolgono, segnalazioni, richieste, sfoghi, preghiere, assicurando di “girare” a chi di competenza la richiesta di un’autobotte, senza che nessun avvistamento di questo Unidentified and Unknown Moving Object sia mai avvenuto”.

Insomma, la disperazione cresce ogni giorno di più e i residenti non sanno più a che santo appellarsi. La totale assenza delle istituzioni pesa ancora di più all’interno di questo scenario tragico: “dodici giorni senza acqua, h24, a 40°…con chi prendersela? Chi sta calpestando, in questo comune, la dignità delle persone? Chi si crede così al di sopra della legge da poter fare il bello e il cattivo tempo sulla pelle e le sofferenze dei cittadini? Quanto ancora si potrà tollerare e subire questa mancanza di rispetto che umilia e priva una persona della propria dignità?”.

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