Si traveste da Gesù con tacchi e minigonna al Gay Pride, Marcianò: “niente di moralmente corretto, libertà è consapevolezza del proprio e dell’altrui valore”

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“Non è praticando condotte simili il modo più consono per chiedere il (dovuto e sacrosanto) rispetto nei confronti della comunità LGBT”: è il commento della leader reggina di Impegno e Identità

“Le immagini arrivate dall’edizione di quest’anno del “Gay pride” di Roma e Milano sono state insulse e insultanti, malsane e irridenti, ancor più se ricondotte ad una guerriglia ipocrita, portata avanti da sostenitori della tolleranza e dell’amore libero. Mascherandosi da Nostro Signore Gesù Cristo con minigonna e tacchi, qual è, esattamente, il messaggio che vuole trasmettere chi lo ha concepito? Cosa potrebbe mai apprendere, di moralmente costruttivo e culturalmente istruttivo, un adolescente assistendo ad una rappresentazione così becera e oltraggiosamente irriverente nei confronti del sentimento religioso? Non è praticando condotte simili il modo più consono per chiedere il (dovuto e sacrosanto) rispetto nei confronti della comunità LGBT. Esse, anzi, vanno nel senso contrario, simbolizzando affronto, aggressività, violenza e blasfemia”. E’ questo il pensiero di Angela Marcianò, pubblicato sulle pagine di Avvenire Calabria, in merito alle foto circolate sul web di un uomo travestito da Gesù con la croce e in tacchi a spillo.

“Da cattolica mi sento indignata, ma ancor di più lo sono da mamma di un bambino che spero capisca in fretta e bene il vero significato della parola “libertà” . Essere libero vuol dire essere consapevole del proprio e dell’altrui valore. Farsi spazio con la propria individualità, senza mai recare danno e/o offesa ad altre persone. Il rispetto reciproco è il messaggio principale di Gesù. Le scempiaggini in pubblica piazza, a maggior ragione in un Paese a tradizione cattolica, finiscono solo per mortificare le giuste battaglie contro l’omofobia. E da credente, mamma, docente universitaria e politica condanno queste forme ingiuriose con assoluta severità e senza appello”, conclude Marcianò.

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