Vaccini, Boccia (PD): “Autorità sanitarie devono usare parole chiare, Stato e Regioni collaborino lealmente”

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Vaccini, Boccia (PD): “Autorità sanitarie devono usare parole chiare, Stato e Regioni collaborino lealmente. Riforma Titolo V? Ci può essere un confronto in parlamento”

Francesco Boccia, deputato del PD, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

 Riguardo allo scontro Stato-Regioni su Astrazeneca. “Il nostro è un Paese molto complesso, che però alla sfida più drammatica della gestione dell’emergenza covid, quando nel mondo nessuno sapeva cosa fosse, ha fatto un miracolo perché le istituzioni hanno attuato fino in fondo la Costituzione e lo hanno fatto con leale collaborazione –ha affermato Boccia-. E’ evidente, mai come in questo momento, che da lì bisogna ripartire, anche nella fase della gestione del completamento della campagna di vaccinazione. Un anno fa noi ce l’abbiamo fatta perché Stato e Regioni si sono sempre e comunque tenuti per mano. Ora sulle vaccinazioni le autorità sanitarie devono dire parole chiare e mi auguro che la leale collaborazione guidi l’azione politica dei decisori. Riforma Titolo V? Ci può essere un confronto, ma va fatto in Parlamento. Comunque il tanto bistrattato Titolo V sulla sanità indica una strada molto chiara. Se c’è una cosa che bisogna fare adesso in Parlamento è completare la definizione dei livelli essenziali di prestazione, per la quale io mi sono battuto da ministro. Il legislatore alcuni di questi aspetti non li ha attuati fino in fondo. Il covid ci ha sbattuto in faccia una verità: il diritto universale alla salute non può mai più essere compresso da vincoli di bilancio. Questo per me era già molto chiaro erano altri che pensavano che il diritto alla salute fosse un costo”.

Sulla strage di Ardea. “Toccherà agli inquirenti capire se i soccorsi siano arrivati in tempo, ma il tema vero è perché una persona che era in cura e che aveva bisogno di essere controllata continuamente, avesse una pistola in casa. Quando è morto suo padre la pistola doveva essere ritirata, a maggior ragione se in quella famiglia c’è una persona che è stata sottoposta a tso. E’ qui che il Paese, le strutture, gli apparati non hanno funzionato. Accanto ad apparati che ci hanno salvato la vita, inevitabilmente ritocchiamo con mano il fatto che ci sono ancora pezzi di burocrazia o di Stato che non fanno fino in fondo quello che bisognerebbe fare. Comunque oggi bisogna unirsi alle famiglie ed evitare che queste follie accadano di nuovo”.

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