Coronavirus e Natale in zona rossa, la protesta dei ristoratori: “il Governo ci ha tolto il diritto al lavoro e lasciati senza tutele”

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Coronavirus, un manifesto unitario dei pubblici esercizi rivolto al Governo sarà esposto da domani fuori dai locali: “Basta! Esausti e costretti a tenere le serrande abbassate a Natale”

“Costretti a tenere le serrande abbassate, ristoratori e gestori dei pubblici esercizi italiani non intendono passare Natale e Capodanno in silenzio. Al contrario. A partire da domani e per tutta la durata delle festività, decine di migliaia di locali in tutta Italia esporranno un cartello di protesta all’indirizzo del governo per dire: “Basta!”, al caos normativo degli ultimi mesi che continua a penalizzare le imprese del settore”. Lo annunciano Fipe e Fiepet, le principali associazioni di rappresentanza dei pubblici esercizi di Confcommercio e Confesercenti, affiancate dalla FIC – Federazione Italiana Cuochi, con “rabbia ed esasperazione” riassunte in un manifesto unitario.

“22 DPCM, 36 Decreti Legge, 160 giorni di chiusura, un numero imprecisato di ordinanze regionali, una differenza impressionante fra quanto annunciato e quanto attuato – si legge nel documento di Fipe e Fiepet –. Basta! Questo diciamo ad un governo che apre e chiude le nostre aziende come interruttori e si prende il diritto di vietare il lavoro delle nostre imprese, senza trovare una strada per tutelarle. Siamo esausti e Increduli”. Il risultato, sottolineano le associazioni di categoria, “è un settore al collasso che ha deciso di rivolgersi direttamente ai cittadini”.

“Noi vogliamo e siamo in grado di lavorare in sicurezza – conclude il documento –. Per questo ci rivolgiamo a voi, i nostri clienti: vi chiediamo di esserci vicini e di continuare a sceglierci, dove possibile, anche in queste difficili giornate. La vostra gratificazione è la nostra forza ed il nostro futuro”. Al governo, i pubblici esercizi italiani “chiedono invece un altro tipo di DPCM: Dignità, Prospettiva, Chiarezza e Manovra. La dignità di attività essenziali e sicure; la prospettiva di un piano di riqualificazione e sviluppo, magari attraverso un adeguato inserimento nel Piano nazionale di Ripesa e Resilienza; la chiarezza sui tempi di riapertura a gennaio; una manovra correttiva che garantisca indennizzi adeguati e ristori calcolati sulle effettive perdite, sostegno all’indebitamento, risoluzione dei problemi di locazione”.

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