San Ferdinando (RC), Tripodi: “la Tendopoli è nata per interrompere la condizione di degrado della Baraccopoli”

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San Ferdinando (RC), Tripodi: “c’è un’abissale differenza tra Baraccopoli e Tendopoli”

Intervengo per chiedere ai professionisti dell’informazione di che si occupano del fenomeno migratorio a San Ferdinando,  di operare, a beneficio dei lettori tutti,  una distinzione tra “Baraccopoli” e “Tendopoli.” La prima è un insediamento informale privo di regole e di igiene, la cui quotidianità è segnata dall’anarchia, dalla sopraffazione, da ogni genere di sfruttamento e per la quale è stata, da tempo, emessa ordinanza di sgombero. La “Tendopoli”, invece,  è nata come reazione e alternativa alla prima e per interrompere una condizione di degrado, inaccettabile sia per i migranti che per le nostre comunità. In questa confusione è caduta anche la inviata dell’Onu Urmila Bhoola che, riferendo la sua esperienza a San Ferdinando, esclude la risposta che l’Amministrazione Comunale, insieme con Prefettura, Regione e Questura ha opposto al degrado, costruendo un percorso di civiltà, di sicurezza e di accoglienza dignitosa che trova la sua concreta realizzazione nella realtà chiamata “Tendopoli”. Allo scopo di evitare ulteriore confusione, chiediamo agli operatori dell’informazione di non associare l’esperienza di San Ferdinando ai progetti SPRAR e ai relativi finanziamenti“. Lo scrive in una nota stampa il sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi.

La Tendopoli sopravvive con trasferimenti episodici e incerti, erogati dal Ministero degli Interni e puntualmente rendicontati dal Comune. Con tali somme vengono garantiti servizi di prima civiltà alla “Baraccopoli” e servizi di ristoro, di igiene e di sicurezza all’interno della “Tendopoli”, spendendo mediamente 1 Euro al giorno per ogni migrante. Tali risposte non sono certamente esaustive ma rappresentano lo sforzo compiuto da una piccola comunità per governare un fenomeno complesso e spinoso, per prevenire tensioni e conflitti, per avviare processi graduali di accettazione e di inclusione, tesaurizzando i silenziosi e generosi contributi delle Associazioni di Volontariato” conclude.

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