Messina: Bisignano sul Sistema Portuale e le Zone Economiche Speciali

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porto messina“In attesa della risposta del ministro Del Rio alla richiesta di proroga per i tre porti siciliani, che, presumibilmente, verrà accolta in maniera parziale e per un periodo breve, dato che è stata presentata nella maniera più improponibile possibile, ritengo che, comunque, l’avvio della riforma del sistema portuale logistico nazionale non possa più essere rinviato, a partire dai sistemi plurimodali individuati. Sistemi che presentano criticità e vantaggi; ed a proposito di quest’ultimi, credo che ancora non sia stato preso in considerazione un aspetto particolare che potrebbe costituire un autentico moltiplicatore in termini di sviluppo economico per quel sistema definito del Mar tirreno meridionale e dello Stretto. Sistema che vede la compresenza di due importanti sistemi portuali: quale quello di Gioa Tauro individuato dall’Unione Europea come porto core e quello di Messina, individuato dalla stessa Unione Europea come porto comprehensive, che potrebbero vedere realizzato nelle aree portuali o retroportuali di loro competenza un meccanismo di sviluppo territoriale sperimentato con successo in altri paesi e non solo europei, quale la zona economica speciale o Zes. La Zes è una zona in cui vengono applicate specifiche leggi finanziarie ed economiche con l’obiettivo di attrarre investitori stranieri grazie ai vantaggi che possono ricevere, e cioè incentivi per la realizzazione degli investimenti iniziali, agevolazioni doganali, esenzioni fiscali, deroghe ai contratti di lavoro, disponibilità di terreni a canoni di locazione ridotti ed utenze a tariffe agevolate”, scrive in una nota Michele Bisignano. “Nella Zes – prosegue– sono ammesse imprese che svolgono attività logistico distributiva o di natura industriale o imprese di servizi che svolgono le attività di importazione, deposito, conferimento, trasformazione, assemblaggio e riesportazione di merci; con l’assoluto divieto della produzione e stoccaggio di materiali radioattivi e la produzione di sostanze chimiche che possono avere un impatto negativo sull’ambiente.E le Zes, a scanso di equivoci, non sono gestite dai vari organismi di gestione dei sistemi portuali, ma da un soggetto giuridico pubblico e privato con, quindi, il coinvolgimento pieno e partecipe degli operatori privati, promosso dalla regione interessata. Come sempre avviene in Italia, solo adesso (in ritardo rispetto agli altri paesi europei) ci si sta accorgendo di tale nuova occasione di sviluppo, e proliferano le richieste di istituzione delle Zes, che necessitano dell’appoggio pieno delle varie realtà istituzionale e territoriali. Dalla richiesta che riguarda l’intera regione della Sardegna a quelle di Livorno e Civitavecchia, a quella recentissima proposta dal sindaco di Milano Sala per la locazione di una Zes nelle areee dell’ex Expo, così come ci si sta muovendo in Puglia per quanto riguarda le aree retroportuali di Brindisi. Per cui – aggiunge– sarebbe interessante valutare appieno la possibile correlazione che può venire dalla richiesta di istituzione di zone economiche speciali distinte, sia per il porto di Gioa Tauro che per le aree di pertinenza dell’autorità portuale di Messina. Solo che per Gioa Tauro è stato presentato un disegno di legge ad hoc e la regione Calabria, nella interlocuzione col governo nazionale avuta in occasione del masterplan per il sud, ha fatto propria tale richiesta, che è supportata anche dall’esistenza di una zona franca ( o free zone), per Messina, invece, la proposta inviata con lungimiranza quasi due anni fa dal presidente De Simone, e che riguardava la realizzazione di una Zes nell’area di Giammoro e d inoltrata al Presidente della regione ed ad altri rappresentanti istituzionali e politici, non ha avuto alcun riscontro, pur essendo accompagnata da una bozza di delibera di giunta regionale. Gli unici segnali positivi e di attenzione sono venuti dai due sindaci del territorio interessato, i Comuni di Pace del Mela e San Filippo del Mela, con il sindaco di Pace del Mela che ha rilanciato l’idea di una zona franca portuale; e proprio nei giorni scorsi tale sinergia è stata suggellata dalla sottoscrizione di un’intesa con l’ AP di Messina per il nuovo piano regolatore delle aree demaniali marittime relative ai comuni di Pace del Mela e San Filippo del Mela. Protocollo di intesa in cui viene auspicata la possibilità di prevedere l’attivazione di una Zes, sulla base degli strumenti e finanziamenti strutturali comunitari, e correlata alle Ali (aree di logistica integrata) promosse dai ministeri delle infrastrutture dei trasporti e dell’ambiente e tutela del territorio. E’ auspicabile che tale grossissima occasione venga colta nel modo migliore, considerando anche che si tratterebbe di due Zes istituite in due città metropolitane“, conclude.

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