Reggina, Cozza bersaglio facile ma i problemi sono a monte. Adesso bisogna soltanto stringersi intorno alla squadra

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Reggina, il punto della situazione dopo 4 giornate di campionato e 3 sconfitte inattese

Reggina Leonfortese (16)Un inizio peggiore di così era difficile da immaginare, anche con le previsioni più funeste e pessimiste. Dopotutto quando le cose non sono fatte bene, i nodi non possono che venire al pettine. Prima o poi. Se hai fortuna, puoi mascherare la situazione per un po’. Alla nuova Reggina è mancata anche la fortuna e i problemi già esistenti si sono palesati tutti subito. Oggi Cozza diventa un facile bersaglio di problemi che non si possono addebitare a lui, a meno che qualcuno non sia convinto del fatto che cambiando allenatore quest’organico diventi una corazzata e vinca tutte le partite ottenendo la promozione.

Reggina Leonfortese (23)Adesso bisogna soltanto stringersi intorno alla squadra ed evitare di ripetere gli errori degli ultimi anni: la frenesia, l’isteria, l’assenza di serenità in seno alla società hanno determinato continui cambi di allenatore che ogni volta si sono dimostrati peggiorativi della situazione esistente. Nel 2012 in serie B Breda viaggiava in zona playoff, si pretendeva la promozione diretta, è stato esonerato per Gregucci e quella squadra ha rischiato persino di finire in Lega Pro. Nel 2014 Atzori era stabile a metà classifica con i playoff nel mirino, si pretendeva la serie A, è stato esonerato e la Reggina è finita in Lega Pro. Dobbiamo continuare ancora su questa strada, senza fare tesoro degli errori del passato? In serie D il fattore tecnico, quindi l’allenatore, è ancora meno influente rispetto alle altre categorie: come si può pensare che cambiando mister si risolvano problemi che sono a monte? E’ invece giusto che ognuno si prenda le sue responsabilità.

Reggina Leonfortese (33)Cozza non verrà esonerato, neanche se la squadra dovesse malauguratamente continuare a perdere. Anche perchè adesso c’è la trasferta con la forte Cavese e un risultato negativo su quel campo si può anche mettere in conto, ma poi arriva al Granillo la Vigor Lamezia. Forse a porte chiuse, ancora non si sa. Ma di certo contro una squadra che in ogni caso non sarà all’altezza della situazione. E’ triste cullarsi sulle disgrazie altrui, ma una Reggina conciata così non può guardare in faccia a nessuno ed avere pietà di chicchessia.

Reggina Leonfortese (35)Riteniamo serva un cataclisma per cambiare allenatore, Cozza è legato ad alcune figure della dirigenza del club (non è certo un mistero) e la squadra usufruisce della struttura di Croce Valanidi per la Juniores di mister Zito, che ha esordito con un rotondo 0-3 venerdì a Rende. Cambiare allenatore per questo club significa cambiare moltissimo, probabilmente andrebbero rivisti anche gli assetti societari, il Direttore Generale Martino potrebbe diventare una sorta di manager riportando in panchina Nevio Orlandi e ricostruendo il suo gruppo. Un’altra ripartenza che sarebbe una iattura se effettuata a campionato in corso, perché non ci sarebbero i tempi per realizzare quello che sarebbe a tutti gli effetti un nuovo progetto.

Reggina Leonfortese (39)I problemi sono a monte, dicevamo: da settimane, mesi ormai (si, sono passati due mesi) la società sembra più indaffarata a darsi un’immagine con cariche dirigenziali, organigramma chilometrici, responsabile di qua e responsabile di la, neanche se fossimo in serie A. Il Presidente Praticò, giustamente, chiede alla squadra più impegno, ma l’impegno che serve in serie D non è il tocco fino di giacca e cravatta, non è il linguaggio forbito della diplomazia, non è quello della struttura aziendale sul tipo delle multinazionali. In questo momento bisogna soltanto pensare alla squadra, in modo rude, terra-terra, diretto, conciso. E bisogna pensare soltanto a sistemarla, questa squadra, che evidentemente non è ancora all’altezza di una categoria – lo ripetiamo da tempo – molto molto difficile.

Reggina Leonfortese (52)La Reggina non ha saputo approfittare di un calendario molto agevole in avvio, ancora ha soltanto avuto un piccolo assaggio delle ostilità di questo campionato e se non si porrà subito rimedio ai problemi di squadra e società, il rischio è quello di raccogliere soltanto umiliazioni su umiliazioni. L’Hinterreggio nel 2012 ha vinto questo campionato nonostante la presenza di tante big come Messina, Cosenza e Battipagliese, l’ha fatto con i calciatori che si facevano le docce nei post-partita in spogliatoi senza neanche l’acqua calda. Ed erano contenti se c’era l’acqua. La serie D è questa, non c’è spazio per il lustro dell’etichetta.

Reggina Leonfortese (67)Il principio è stato costellato di errori: si voleva partire con Mariotto, ma la scelta di Cozza era già presa in seno alla dirigenza societaria. Mariotto non ha condiviso il progetto tecnico ed ha rifiutato, a costruire la squadra insieme a Cozza ci ha pensato Carmelo Rappoccio lavorando dietro le quinte. Un lavoro non pienamente legittimato e riconosciuto dalla società che non ha ritenuto di doverlo inserire nei quadri societari; Rappoccio ha lavorato per l’amicizia con Cozza e con alcuni dirigenti e aveva allestito un organico di categoria. Poi è arrivato Martino, un Direttore Generale dell’area tecnica presentato una settimana dopo dell’allenatore, le cui prime parole sono state polemiche nei confronti di Mariotto. Martino s’è messo subito al lavoro e ha “tagliato” alcuni degli elementi che già si allenavano con Cozza, dal centrocampista ex Hinterreggio Giuseppe Gioia ai vari difensori Pupeschi, Benci e Petti. Il nuovo DG ha portato Ventrella, Mautone, De Bode, D’AmbrosioPescatore, Riva, Tiboni.

Reggina Leonfortese (65)Adesso è ancora presto per giudicare, ma certe cose le avevamo già scritte in tempi non sospetti. Uno come Pietro Marino in porta, con la sua esperienza, poteva essere fondamentale. Si è preferito un ragazzino di belle speranze, che forse un giorno diventerà anche un campione, ma è in prestito secco e qui invece serviva una sicurezza tra i pali, una garanzia per la squadra e per tutto il reparto difensivo. E ancora, uno come Balistreri in attacco avrebbe rappresentato un lusso, una volta saltato Crocetti. E in difesa bisognava fare di tutto per trattenere Aronica e Cirillo. Ovviamente parliamo con dati di fatto di chi voleva fortemente continuare con la Reggina, anche in serie D. Di chi non ne aveva nascosto l’intenzione, di chi avrebbe preferito rimanere a Reggio dopo l’impresa del 30 maggio, anzichè andare altrove o rimanere a casa. Probabilmente si poteva trattenere gran parte della squadra che Tedesco aveva portato alla salvezza: Gallozzi, Velardi, Masini, Ungaro, Di Lorenzo, Salandria, Maimone.

Reggina Leonfortese (51)Fatto sta che sono state fatte scelte tecniche diverse da parte di tutti, la società prima, CozzaRappoccio poi, Martino dopo, e adesso è inutile sparare nel mucchio. Noi facciamo i giornalisti e il nostro compito è raccontare fatti e analizzarli, in questo momento a nostro avviso bisogna soltanto stringersi intorno alla squadra con estrema maturità. Chiedere la testa di quello o di quell’altro non porterebbe nulla di buono, e lo diciamo dopo aver evidenziato le criticità che hanno portato a determinate scelte non condivise. Ma fare il passo indietro adesso sarebbe ancora peggio. Riteniamo giusto avere un atteggiamento decisamente pragmatico e concreto, mettendo anche da parte determinate posizioni di principio, se si vuole il bene della Reggina. Se si vuole evitare di subire altre umiliazioni. Bisogna riconoscere che, a prescindere da quello che si poteva fare e non si è fatto, a prescindere dalle modalità con cui si è arrivati alla formazione di quest’organico, la rosa amaranto è certamente una rosa di categoria, con tanti elementi che la serie D la conoscono bene e l’hanno già vinta, con tanti calciatori esperti in ogni reparto, con numerosi calciatori che persino lo scorso anno hanno vinto questo campionato o l’hanno disputato da protagonisti in squadre di vertice. Adesso bisogna amalgamarli bene, trovare il giusto sistema di gioco ma soprattutto trasmettergli quella mentalità che fino ad oggi è mancata, con il mordente e la grinta indispensabili per disputare la serie D quantomeno a testa alta, e per indossare la gloriosa maglia amaranto.

Reggina Leonfortese (40)Al tempo stesso, la società non dimentichi l’altro aspetto fondamentale su cui è assolutamente prioritario attivarsi: attirare nuovi sponsor e imprenditori per garantirsi un futuro. Senza entrate economiche che diano nuova linfa e un minimo di solidità, questo campionato puoi anche vincerlo ma poi non avresti alcun futuro. E’ molto triste dopo 4 giornate vedere la maglia ancora priva di sponsor, e dopo una campagna abbonamenti che ha consentito al club di incassare una cifra inferiore ai 200.000 euro (ma anche questo va detto, come si poteva pretendere chissà quali altre cifre? Anzi, aver sfiorato i 3.500 abbonati è già qualcosa di eccezionale per la serie D che soltanto la passione infinita e l’amore del pubblico di Reggio Calabria possono regalare!), è proprio l’aspetto economico quello che da’ meno serenità rispetto a tutto il resto. Eppure l’abbiamo visto quest’estate, la città non riesce ad esprimere forze economiche di altro livello. Chi  era convinto che dopo l’era Foti intorno alla Reggina si sarebbero mossi chissà quali cordate, “ci sarà la fila” diceva qualcuno, ha dovuto riconoscere e constatare che la realtà del territorio era ben diversa. A Praticò & company va riconosciuto il coraggio di averci messo la faccia e il denaro, altrimenti Reggio sarebbe rimasta completamente orfana della sua squadra, come già accaduto per la Viola Basket tra 2007 e 2009. Per questo nonostante tutto bisogna continuare a stargli vicino nella speranza che si trovi la soluzione per uscire da questo incubo.

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