Reggio tra dissesto, Tares e scandalo degli asili: 4 anni dopo è tutta colpa di Scopelliti…

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giuseppe-scopellitiL’ultima vergogna per Reggio Calabria è lo scandalo degli asili: dal prossimo anno, infatti, in città non sarà più possibile iscrivere bambini disabili perchè, spiegano i commissari che da ormai quasi un anno e mezzo amministrano il Comune, “è impossibile nominare personale specializzato (insegnanti di sostegno)“. Prima c’era stata la bocciatura del piano di rientro (quello realizzato dai commissari, massimi esperti contabili, e approvato dal Ministero!) da parte della Corte dei Conti, con la città che adesso è a rischio dissesto finanziario (esattamente come sta accadendo in questi giorni a Napoli, e anche in molti altri comuni sparsi da nord a sud lungo l’Italia).
Reggio Palazzo San GiorgioTutto ciò dopo la vergogna della Tares, su cui i commissari (sì, sempre loro!) hanno praticato tariffe da record, mai viste prima in Italia, proprio in quella città in cui fino a qualche anno fa (quando era pulita) si pagava meno di tutti, mentre adesso i cassonetti sono sempre stracolmi, la raccolta non funziona, e per giunta i cittadini sono costretti a sborsare cifre enormi per un servizio che non c’è. Potremmo continuare per ore, da quando i commissari sono arrivati in città ne hanno combinate di tutti i colori, e fa specie consultare quotidianamente comunicati stampa contro il loro operato da parte di alcuni esponenti politici che avevano tifato per il loro arrivo, avevano spinto per il commissariamento solo per interesse di partito, anche quando – in tempi non sospetti – in tanti sostenevano (e noi l’avevamo scritto) che comunque il peggior sindaco è meglio del miglior commissario, che non sono i burocrati a risolvere il problema, che non si può privare una città della democrazia che sta alla base di ogni società civile.
comune reggio calabria palazzo san giorgioTra un po’ i commissari se ne andranno da Reggio, e cosa sarà cambiato rispetto a prima? Cosa avranno risolto? Qualsiasi occhio può notare quanto, in questo periodo, la città sia precipitata in basso da tutti i punti di vista, anche se qualcuno ogni cosa che accade continua a dire che “è tutta colpa di Scopelliti“. I commissari aumentano la Tares, “è tutta colpa di Scopelliti“. La Corte dei Conti boccia il piano di rientro dei commissari, ed “è tutta colpa di Scopelliti“. I commissari decidono di proibire l’accesso agli asili comunali per i bambini disabili, ed “è tutta colpa di Scopelliti“. Scopelliti, però, non è più sindaco di Reggio da 4 lunghi anni. Senza ombra di dubbio quando era sindaco lui la città era molto diversa, e questo lo pensano tutti altrimenti non è possibile spiegarsi come il 74% dei reggini abbia votato per lui alle elezioni regionali in quel marzo 2010. Dire che “è tutta colpa di Scopelliti“, a prescindere dal giudizio nel merito del suo operato da primo cittadino, è troppo facile per chiunque.
palazzo-san-giorgioQSono passati 4 anni, sono cambiati 4 sindaci e 6 commissari da Raffa ad Arena fino allo scioglimento per mafia. Se “è tutta colpa di Scopelliti“, allora è inutile che facciamo le prossime elezioni, è inutile che Pd, Movimento 5 Stelle e altri facciano la corsa a Palazzo San Giorgio, per poi andare lì e giustificarsi con “è tutta colpa di Scopelliti” per ogni provvedimento impopolare. Non vogliamo essere banali o populisti. In città l’idea che oggi si stiano pagando gli errori del passato è diffusa, ma allora una domanda sorge spontanea: come mai TUTTE le altre città d’Italia (e non solo) e TUTTI gli altri comuni d’Italia si trovano in condizioni analoghe, se non peggiori, a quella di Reggio Calabria? Scioperi, proteste, fallimenti, licenziamenti, crisi, rifiuti, dissesto: un leiv-motiv da Milano a Roma, da Napoli a Torino, da Venezia a Palermo fino alla vicina Messina, solo per citare le città più importanti del nostro Paese. Che poi ci siano stati degli errori è chiaro, nessun essere umano può essere perfetto, ma la Reggio di Scopelliti era una Reggio diversa non solo per lavoro, opere pubbliche, eventi, cultura, turismo, decoro e pulizia. Era una Reggio diversa nella mentalità. Era una Reggio che non si lamentava di sè stessa, era una Reggio orgogliosa e felice del suo Teatro, delle nuove piazze, delle nuove fontane, dei turisti che arrivavano da fuori e si sorprendevano di quanto fosse tenuta bene.
Reggio CalabriaEra una Reggio orgogliosa della sua “movida”, degli eventi culturali che ne gremivano ogni stagione, della sua accoglienza, dei servizi che funzionavano bene. Oggi prima di tutto manca quest’appartenenza e quest’identità. All’orgoglio s’è sostituita la vergogna, come accadeva molti anni fa. Ma è un cane che si morde la coda. Le elezioni sono vicine, che siano in primavera o in autunno poco importa, i commissari ormai hanno i giorni contati. A Reggio serve una figura nuova che possa prima di tutto fare nuovamente innamorare la gente della propria città. Un punto di riferimento importante, istituzionale e politico, democratico e civile. Una figura che trovi soluzioni anzichè passare il tempo a lamentarsi di ciò che non va. Una figura che, a prescindere dalla sua appartenenza politica, non dica mai neanche una volta – essendo passati 4 anni – che “è tutta colpa di Scopelliti“. Perchè ammesso e non concesso che così fosse, dopo 4 anni non può essere una scusa per martoriare la città e dire: “io non c’entro, è colpa sua“. A questo punto prendiamocela con Licandro, Mallamo o Cozzupoli. “Stiamo pagando i danni del passato“, ma loro governavano 30 anni fa. Che importa? Ogni scusa è buona…

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