Messina: il giallo di Provvidenza Grassi, i pezzi del puzzle non combaciano

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grassiNon cessano i dubbi e le perplessità sulla morte di Provvidenza Grassi.
A circa una settimana di distanza dal ritrovamento della sua auto e del suo cadevere sotto un cavalcavia di Bordonaro, Messina, emergono nuovi dettagli e testimonianze tutte da verificare.
L‘ultima novità riguarda il compagno della ragazza, Fabio Lo Schiavo, che rivela di aver ricevuto una telefonata da Provvidenza il 20 luglio 2013, dieci giorni dopo l’incidente. Le date non coinciderebbero, se è vero, che la ragazza sia morta la notte della sua scomparsa, quindi il 10 luglio.
Del resto, sembra sospetto che il compagno abbia omesso questo particolare della vicenda fino ad oggi.
Inoltre, come riporta il quotidiano La Gazzetta del Sud, una donna afferma di aver visto Provvidenza Grassi nei primi giorni di agosto a Villapiana Lido, in provincia di Cosenza; avrebbe anche notato in maniera chiara la Fiat Seicento di Provvidenza.  La testimone aggiunge che il 6 settembre scorso è stata contattata telefonicamente da Provvy, la quale le avrebbe riferito di dover effettuare alcune analisi cliniche, per un suo stato particolare di salute.
La testimonianza sfocia in ulteriori dettagli tutti da verificare: pare che questa donna abbia telefonato alcune ore dopo al telefono della Grassi e abbia parlato non con Provvidenza ma con una tale Giada che, piangendo, le avrebbe detto che proprio a Provvy stavano somministrando una flebo e che si trovavano a Sala Consilina, in provincia di Salerno, segregate e schiavizzate, da due uomini di Catanzaro e che avrebbero ucciso anche un uomo travolgendolo con la loro auto.
Insomma, potrebbe essere solo il racconto di una mitomane, quello della pista calabrese nel giallo di Provvidenza Grassi.
Restano, comunque, delle anomalie da accertare nel caso della scomparsa di questa ragazza di cui sentiremo ancora parlare.

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