Ci possono essere validi motivi per dire di “no” al Ponte sullo Stretto. Non vogliamo entrare nel merito, dire se è giusto costruire questa tanto discussa grande opera oppure rinunciarci. Ma non possiamo rimanere indifferenti di fronte alla nota diffusa oggi dal Wwf Italia che, evidentemente, vuole prendersi gioco dell’intelligenza umana e strumentalizza vergognosamente l’emotività della popolazione dello Stretto, che la notte scorsa è stata svegliata da un terremoto di magnitudo 4,6 (nessun ferito, nessun danno, nessun disagio) e che oggi non ha parlato altro che di terremoti e rischio sismico. ”Con il terremoto della scorsa notte e’ stata posta una pietra tomba sul progetto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto” scrivono gli avvoltoi di un’associazione che si dice ambientalista ma che, evidentemente, pensa più alle vicende politiche, economiche e sociali rispetto a quelle naturalistiche.
Nel vivo dell’emergenza incendi, caldo e siccità, con la prospettiva di forti piogge alluvionali ormai imminenti un pò in tutte le Regioni nei prossimi giorni, il Wwf non ha nulla di meglio che pensare se non il Ponte sullo Stretto. Qualcosa che ancora non c’è, ma che secondo questi signori è già responsabile di tutti i mali del nostro Paese, dai terremoti alle frane. Sì, perchè nella nota si legge che “forse è giunto il momento che il Governo dei tecnici colga l’occasione per porre fine alla scandalosa ‘avventura’ del ponte sullo Stretto di Messina, utilizzando gli 8,5 miliardi di euro previsti per la sua costruzione per l’adeguamento antisismico delle aree metropolitane di Reggio Calabria e Messina e la messa in sicurezza del territorio afflitto da un gravissimo dissesto idrogeologico, aggravato da un’estate di fuoco devastante“. Come se una cosa escludesse l’altra. Come se il territorio non si potesse mettere in sicurezza facendo anche il Ponte, magari contemporaneamente.
Nella nota, le eccelse menti amiche dei Panda scrivono che “il Governo in carica dovrebbe avere il coraggio di porre in dubbio la stessa realizzabilita’ tecnica di un ponte sospeso di 3,3 chilometri di lunghezza, a doppio impalcato stradale e ferroviario (ad oggi non esistono ad unica campata con impalcato sia ferroviario che stradale ponti sospesi piu’ lunghi di 1.118 metri: il Minami Bisan-Seto in Giappone) sorretto da torri alte circa 400 metri e sostenuto da oltre 5 chilometri di cavi di 1,2 metri di diametro, in una delle aree a piu’ elevato rischio sismico del Mediterraneo, dove vi sono stati ben sei terremoti catastrofici (definiti Big One) in meno di 2 secoli. L’ultimo dei quali (1908) – che distrusse Reggio Calabria e Messina – si ipotizza che fu di Magnitudo 7,1 Richter, la stessa che si e’ utilizzata come riferimento per la resistenza del ponte in caso di sisma, ma nessuno puo’ sostenere che il prossimo non superi questa magnitudo“. Bene. Questi signori del Wwf non sono appassionati naturalisti, ma esperti ingegneri, studiosi vulcanologi ecc. ecc. … insomma, dei veri e proprio tuttologi alla Pico de Paperis. Innanzitutto dovrebbero informarsi, dapprima, sui progettisti che hanno realizzato le carte del Ponte: sono i più esperti al mondo, riuniti in Italia dal Giappone alla Danimarca, dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda i quali hanno buttato le basi del progetto dopo aver studiato l’area dello Stretto per molti anni.
E’ vero che fino ad oggi il ponte a campata unica più lungo del mondo è quello di Seto-Ohashi, in Giappone: è stato inaugurato nel 1988 e prima che sorgesse, il ponte a campata unica più lungo del mondo era un altro, più corto. Cento anni fa, probabilmente, il ponte a campata unica più lungo del mondo era di appena 100 metri, e mille anni fa era di 10 metri. Sicuramente un domani quello di Seto-Ohashi non sarà più il ponte a campata unica più lungo del mondo, perchè le tecnologie e le conoscenze a nostra disposizione sono sempre più progredite e non è ammissibile che dopo 24 anni dalla sua inaugurazione, ancora non si sia costruito un altro ponte più lungo. Se non sarà quello dello Stretto, prima o poi ne faranno un altro di 3,5, 4 o addirittura 5km in un’altra zona del pianeta. E su questo non ci piove. Così come, i luminari del Wwf, dovrebbero spiegarci quali sono i 6 “big one” che hanno colpito lo Stretto di Messina negli ultimi due secoli: prima del tragico terremoto del 1908, infatti, c’è stato solo quello del 1783. Negli ultimi 350 anni almeno, solo quei due sismi hanno colpito con violenza lo Stretto di Messina. E quello del 1908 (magnitudo 7.1) è stato il più forte mai verificatosi in 3.000 anni di storia. La probabilità che si ripeta, nei prossimi secoli, con la stessa entità è bassissima. E da quell’anno, l’area dello Stretto è stata ricostruita con precisi criteri antisismici che hanno già salvaguardato la popolazione in quei tanti eventi tellurici di magnitudo compresa tra 5.5 e 6.2 nei decenni scorsi, senza fare neanche una vittima tra Reggio e Messina (parliamo di terremoti forti come quello di L’Aquila e più di quello dell’Emilia Romagna!!!).
E comunque il progetto preeliminare del Ponte prevede che l’opera regga a sollecitazioni fino a un sisma di magnitudo 7.2, ancora più forte del caso-limite del 1908…

Infine, gli scienziati del Wwf scrivono che “i terremoti sono imprevedibili: si puo’ sapere il dove, ma non il quando, e continuare a lasciare questo territorio privo di verifica sulla sicurezza in caso di sisma, senza intervenire laddove e’ necessario, foraggiando al contempo l’opera ponte che aggraverebbe anche la viabilita’ di fuga in caso di sisma, e’ da irresponsabili”: già, quanto sono irresponsabili giapponesi, americani, neozelandesi, australiani, canadesi, cinesi, russi, danesi, svedesi, brasiliani, argentini, cileni, indiani e molti altri ancora che non si fanno problemi rispetto alla crescita, allo sviluppo e alla modernità riuscendo a realizzare opere strategiche e fondamentali all’ordine del giorno, senza arrovellarsi troppo su discussioni ridicole e stucchevoli.
Il Wwf ha provato a strumentalizzare il sisma della scorsa notte, e per fortuna che non è stato grave, non ha provocato danni o addirittura vittime. In quel caso la strumentalizzazione sarebbe stata ancor più vergognosa, ma non ci sorprende perchè non è la prima volta che questi “illuminati“, anzichè pensare a salvare poiane e cani randagi, si intrufolano meschinamente nella vita politica e sociale del Paese, forgiandosi di un marchio “ambientalista” e “naturalista” assolutamente fittizio. VERGOGNA!!!



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