Suscita stupore la lettura di locuzioni poco rispettose sotto un profilo istituzionale, incredibilmente propalate da chi ha ricevuto delega a svolgere funzione pubblica per mandato popolare. A nessuno verrà consentita la messa in discussione della rigorosità di indirizzo programmatico delineato dell’Istituto di Garanzia in seno alla Regione Calabria e la cui azione, lungi anche soltanto dall’idea di distinguere il rosso dal nero, si è sempre caratterizzata per imparzialità e disponibilità al dialogo, sempre volta a ritrovare soluzioni comuni e condivise a totale ed esclusivo vantaggio delle persone più fragili”. E’ quanto afferma in una nota il Garante dei diritti delle persone con disabilità della Regione Calabria, avv. Ernesto Siclari.
“Probabilmente le irricevibili locuzioni sono da addebitare ad una carenza conoscitiva degli aspetti squisitamente tecnico giuridici circa le prerogative che il legislatore ha inteso vergare in riferimento ad un istituto di garanzia regionale, per comprendere forse che i fantasmi di azioni strumentali si annidano solo in menti “turiferarie”.Si potrebbe apprendere, pur tuttavia, il principio ispiratore della figura giuridica, quella moral suation che da sola e se ben usata è capace di rimuovere ostacoli, pregiudizi, burocrazia. Certo, occorre che vi sia la possibilità di confronto e non sempre gli interlocutori che occupano ruoli di rilievo sono disposti al dialogo e alzano invece muri, spesso edificati con mattoni di pesante silenzio ed omesse risposte”.
“Su tutto il territorio della Calabria pochissimi enti si sono sottratti al raffronto: sono stati incontrati amministratori, dirigenti e funzionari pronti a tendere una mano ai cittadini esasperati e a dare finalmente ascolto a voci disperate; ma non è per tutti. E tra questi gravosi silenzi purtroppo l’Ufficio di Garanzia è stato costretto ad annotare proprio quelli provenienti dal Comune della città più grande della regione, che con disimpegno e indifferenza omette persino di riscontrare le note e le comunicazioni che il Garante regionale ha fatto pervenire su istanza delle persone con disabilità che lo hanno attivato in questi anni. Quella stessa disattenzione, che oggi si trasforma persino in inopportuno e irricevibile, sgarbo istituzionale, si concede di gettare ombre di strumentalità elettorale inesistenti e fantasiose sull’operato di un Organo di Garanzia”.
“Prioritario sarebbe per chi amministra la cosa pubblica fermare questo silenzio annoso che si registra su altre questioni ancora pendenti e che attendono inevase, per chiedere ai settori preposti di rispondere ai rilievi seguendo le rituali vie procedimentali e ottemperando a doveri di pubblica funzione, piuttosto che indugiare su facili rappresaglie dal dubbio gusto, sconfinando insopportabilmente in ambiti personali invalicabili senza una dose di spregiudicatezza”.
“Poi si concluda chiedendo alle persone con disabilità che qualità di vita registrano abitando a Reggio, quanti metri riescano a percorrere da soli, autonomamente come vorrebbe la Legge, quanti servizi che spettano loro attendano di ottenere e da quanto tempo invano. Si avranno così le risposte a tutti i dubbi. Inequivocabili e prive di ossessioni elettorali di sorta”.




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