La Reggina vince. E, per la prima volta in stagione, praticamente al giro di boa, lo fa anche con pieno merito. Prestazione ordinata, decisa, determinata, convincente, nonostante l’emergenza (out in dieci) e contro un avversario che aveva fatto molto bene nelle ultime settimane, ma che è venuto al Granillo decidendo praticamente di non giocare. Milazzo, falloso e con poche idee, KO 2-0, per via delle reti di Edera e Ferraro. Ci mette un girone, la squadra amaranto, per azzeccare l’approccio e l’atteggiamento. Nulla che – e lo ribadiremo fino a che si militerà in questa categoria e a queste condizioni – possa essere celebrato con eccessivo entusiasmo, giubilo, euforia da grande festa. A maggior ragione dopo tre mesi disastrosi e un campionato (Serie D!) a rincorrere.
Anche per questo abbiamo faticato a leggere il dato comunicato dalla società relativo ai 6.500 spettatori (oltre 200 ospiti) presenti. Numeri che non si vedevano, molto spesso, neanche in Serie B, ma che oggi si registrano a metà classifica in Serie D, al terzo anno di Serie D, dopo un girone d’andata umiliante e dopo due anni e mezzo di figuracce e prese in giro. Fatto salvo ogni dubbio sul numero effettivo (la società non conteggia l’effettivo pass ai tornelli gara per gara, ma somma gli abbonati della stagione ai paganti, non considerando che tanti abbonati allo stadio non ci vanno), questo dato conferma – al netto di qualche inutile sfuriata social – che probabilmente Reggio Calabria meriti anche ben più dei dieci anni di Serie D prospettati da Paolo Brunetti.
Ma torniamo alla partita. Che la stessa potesse essere in discesa sin da subito lo si capisce dopo pochi secondi: doppio fallo da giallo dell’ex Curiale nei primi minuti, ma l’arbitro lo grazia e ne estrae solo uno. Cambia poco: il Milazzo non gioca, la Reggina sì ed esalta soprattutto Ferraro, Fofana (alla prima da titolare) ed Edera, che sblocca la sfida nella prima parte di gara. Il gol, abbastanza scontato per quanto fatto vedere nella prima parte, non “accontenta” la squadra di Torrisi – così come invece era successo in altre gare – che invece continuare a macinare gioco e occasioni, raddoppiando a ridosso dell’intervallo con Ferraro, su punizione. Nella ripresa, almeno nella prima parte, la Reggina abbassa i ritmi e il Milazzo – a trazione offensiva – ne approfitta per provare a rientrare in partita. Torrisi legge il potenziale campanello d’allarme e con qualche cambio la raddrizza, fermando la spinta ospite e riequilibrando la sua compagine, che nel finale sfiora anche il tris più volte.
La partita finisce dunque così: 2-0 meritato e convincente, per la prima volta in stagione. E’ il quarto successo di fila, la Reggina esce dalla zona calda, si avvicina a quella playoff (ringraziando una classifica cortissima e un campionato mediocre) e la situazione generale è sicuramente migliore di un mese ma anche due mesi fa, perlomeno per quanto riguarda i risultati. Tuttavia non si dimentichi che, in Serie D, vincere ogni partita – dimostrando netta superiorità – dovrebbe essere normale e scontato, per una squadra come quella amaranto, per la sua storia, per il suo blasone, per la sua tradizione, tutti elementi già ampiamente (e più volte) calpestati negli ultimi anni.
Ora l’ultima dell’anno a Sambiase. La squadra sta provando a recuperare, la società – come al solito – un po’ meno. Mancano quattro giorni alla chiusura del mercato e niente si vede all’orizzonte per l’arrivo dell’attaccante (che poi ne servirebbero almeno due, e questo lo scriviamo dall’estate) che deve sostituire Montalto. Si continua a temporeggiare tra alibi, giocatori che sfumano e preferiscono l’Eccellenza e altre robe simili. E diciamo anche che, alla fine, alla società potrebbe anche star bene così: se riescono a portare 6.500 persone allo stadio dopo due anni e mezzo di umiliazioni…





































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