“Mancano ancora tre mesi al voto referendario ma il clima si sta rivelando già incandescente. Quella che dovrebbe essere un tema di civiltà, si sta trasformando in una becera strumentalizzazione tra destra e sinistra, tra opposizione e governo. Tale non è e non può essere consentito che sia. Come non può essere consentito di usare la campagna referendaria come una crociata contro o pro la magistratura. La Giustizia è un diritto dei cittadini e dovrebbe essere super partes. La politica di fazione deve rimanerne fuori. Una certa parte, invece, ha sempre usato la magistratura come arma contro l’avversario e anche in questa occasione sta dando il meglio di sé ,mettendo in campo tutte le proprie truppe cammellate che al di là di qualsiasi coscienza critica, seguono in gregge”. Così in una nota Adriana Musella, già Presidente del Coordinamento Nazionale Antimafia “Riferimenti”, commenta la situazione relativa al tema della Giustizia a pochi mesi dal voto sul Referendum.
“Il problema, invece, è molto serio perché ha a che fare con la vita di ciascuno di noi e meriterebbe riflessione ,non propaganda. Personalmente, avendo sperimentato da molto vicino il problema, sono schierata per il SI e non per ideologia o per appoggiare una parte politica e tanto meno per declassare il ruolo della magistratura che rispetto, ma per profonda convinzione. I magistrati non possono essere schierati da una parte o dall’altra e raggruppandosi in correnti lo sono. Il colore di fazione non può inficiare l’imparzialità che l’esercizio della Giustizia richiede, deve uscire fuori dalle aule giudiziarie per lasciare spazio a quella credibilità che nei cittadini è venuta meno. Ho sempre difeso la magistratura ciecamente, oggi credo sia necessario difendere la Giustizia, esercitando una netta distinzione”.



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