Nella giornata di ieri, gli USA hanno diffuso l’NSS, il documento che riguarda la Strategia di Sicurezza Nazionale, nel quale si parla anche dell’Europa. Gli Stati Uniti hanno espresso la volontà di ridurre le relazioni con l’Europa a una cerchia ristretta di Stati, essenzialmente quelli filo-americani, Italia compresa. Il tutto da contestualizzare nel crescente distacco di Donald Trump rispetto alla Nato, soprattutto dal punto di vista militare.
Dichiarazioni che hanno suscitato parecchio clamore. “America First” è il dogma alla base del documento, ma non sorprende: è lo slogan di Donald Trump fin dalla campagna elettorale. Eppure, dire “Prima l’America” non presuppone che l’Europa debba interpretare il ruolo di nemico degli USA, dei quali, in realtà, è il principale alleato. Se c’è un villain in quel documento, quel ruolo appartiene alla Cina.
Nel testo si legge come “l’Europa rimane strategicamente e culturalmente vitale per gli Stati Uniti. Il commercio transatlantico resta uno dei pilastri dell’economia globale e della prosperità americana. I settori europei, dalla manifattura alla tecnologia all’energia, rimangono tra i più solidi al mondo. L’Europa è luogo di ricerca scientifica all’avanguardia e di istituzioni culturali di livello mondiale. Non solo non possiamo permetterci di mettere da parte l’Europa – farlo sarebbe autolesionistico rispetto agli obiettivi che questa strategia intende raggiungere“.
L’Amministrazione Trump rilancia il rapporto USA-Europa. Chiaramente attraverso i propri canoni, condivisibili o meno, di lotta al woke e all’immigrazione incontrollata. Capisaldi del primo anno trumpiano alla guida degli USA.
Una politica che trova una sponda importante nei governi europei di destra: “l’America incoraggia i suoi alleati politici in Europa a promuovere questa rinascita dello spirito, e la crescente influenza dei partiti patriottici europei offre infatti motivo di grande ottimismo“. Giova ricordare che ogni amministrazione USA, a seconda del proprio colore politico, ha tessuto relazioni con i governi europei politicamente affini. C’è poco da stupirsi.
Trump ribadisce due concetti importanti che l’Europa dovrebbe tenere bene in considerazione: il primo riguarda la necessità di assumersi “responsabilità primaria della propria difesa, senza che l’Europa venga dominata da alcuna potenza avversaria“; il secondo riguarda le difficoltà economiche dovute anche a “regolamentazioni nazionali e sovranazionali che minano la creatività e l’operosità“.
Un concetto già espresso da Mario Draghi nel suo report, con termini e modi differenti, da una figura più affine alla concezione politica italiana. Ma il succo del discorso è lo stesso. E sì, Donald Trump fa l’interesse del proprio Paese, come Giorgia Meloni fa l’interesse dell’Italia e come ogni altro leader nel mondo. Interessi, quelli di USA ed Europa, che però possono conciliare.
La prova è arrivata dalla questione relativa alla Corporate Sustainability Due Diligence (CSDDD o CS3D) che imporrebbe alle imprese operanti in Europa di gestire e minimizzare i rischi derivanti da diritti umani, ambientali e climatici lungo tutta la catena del valore. Potrebbero essere colpite anche aziende che non hanno presenza commerciale nei Paesi UE con effetti che potrebbero anche penalizzare gli stessi cittadini europei.
Lo scoro ottobre, Andrew Puzder, ambasciatore americano a Bruxelles, attraverso il Financial Times, aveva dichiarato che: “un alleato europeo prospero sarà un partner commerciale e di difesa più forte, capace sia di difendere se stesso sia di collaborare con gli Stati Uniti per affrontare le aree di crisi nel mondo. La crescita economica europea porterebbe benefici transatlantici“.
Per poi mettere in guardia: “i rischi associati alla violazione della CS3D sono enormi, mentre la conformità è praticamente impossibile, in particolare per le complesse realtà energetiche internazionali. Per l’Ue, questo equivale a un suicidio economico. Secondo la CS3D, sarà praticamente impossibile per le grandi compagnie energetiche svolgere attività su larga scala in Europa, per non parlare del soddisfare le esigenze energetiche dell’Ue. ExxonMobil sta già riducendo la propria forza lavoro nell’Ue in previsione di ciò. Il Qatar ha informato l’Ue che interromperà le forniture di Gnl a meno che la CS3D non venga abrogata o significativamente indebolita“.
Da capire se a Bruxelles il messaggio sia stato decodificato correttamente e se la psicosi generale di queste ore sul documento USA possa lasciare spazio ad analisi più lucide e fredde trasformando sfide in opportunità.



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