Tanto caos per nulla? Più passano i giorni e più sembra essere questa la sensazione attorno alla crisi politica di Reggio Calabria. Crisi politica che, appunto, potrebbe evaporare in un nulla di fatto, regalando l’ennesima figuraccia a una consiliatura che ormai si arroga il diritto di “giocare” sulla pelle di una città spenta e assuefatta su tutti i valori. Il riferimento è, ovviamente, ai contrasti PD-Falcomatà e al conseguente scompiglio legato al futuro del Consiglio Comunale. Dal documento letto nell’Aula “Battaglia” lunedì scorso, dai 7 Consiglieri della Maggioranza “scontenti”, nulla è cambiato. Avevano minacciato di dimettersi nel caso in cui Falcomatà non avesse azzerato la Giunta, ma al momento nessun’altra mossa è stata registrata. Il Sindaco ha partorito uno striminzito comunicato mentre Marino, Quartuccio e compagnia continuano a rimanere fermi nelle proprie posizioni, ma solo a parole.
Da quel Consiglio sono infatti passati 8 giorni e ben poco altro di rilevante è accaduto. Oggi, in Commissione Bilancio, la Maggioranza è rimasta sotto nelle votazioni sui debiti fuori bilancio. Identica situazione di martedì scorso. I Consiglieri “scontenti” si sono presentati, ma al momento della votazione sono usciti, lasciando la Maggioranza sotto nel numero minimo per far approvare i punti (8 contro 7). Una situazione “sospesa”, che conferma i “capricci”, ma nulla apporta in termini di mosse concrete.
La sensazione, infatti, è che alla fine tutto possa concludersi a “tarallucci e vino”. Secondo quanto verificato da StrettoWeb, il forte impulso dal PD nazionale potrebbe evitare la rottura con Falcomatà, anche perché il partito teme che il Sindaco possa “virare su altre strade” (e di Renzi ne abbiamo già parlato su queste pagine). Per questo sarebbe prevista una riunione con alcuni componenti nazionali del PD. Una riunione che potrebbe far ritornare il primo cittadino sui suoi passi, all’interno di quello che sarebbe un vero e proprio compromesso con la Maggioranza scontenta.
Quale? Non si sa. Più che un azzeramento, qualche modifica importante alla Giunta, così che il mandato (dopo la decadenza subentrerà Brunetti) possa concludersi regolarmente in Primavera, evitando le dimissioni, lo scioglimento del Consiglio e l’arrivo dei Commissari. Insomma, è chiaro che il Partito Democratico nazionale voglia evitare la figuraccia. Ed è anche su questo che prova a puntare Falcomatà. Il problema però è sempre lo stesso: la città assiste inerme e si ritrova di nuovo sospesa tra dispetti e capricci. Uno “stillicidio”, come qualcuno ha osato dire alla fine del Consiglio Comunale di lunedì. Un’agonia, aggiungiamo noi, che da quel lontano ottobre 2014 è destinata a regalare colpi di scena fino all’ultimo dei suoi giorni.



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