“Innanzitutto vorrei esprimere il rammarico per la situazione in cui ci siamo venuti a trovare con la squadra. Sicuramente è un momento difficile, forse il più difficile di tutta la gestione della proprietà Ballarino-Minniti. I presupposti che avevamo creato lasciavano presagire ben altro campionato, oggi invece ci ritroviamo a dover inseguire un obiettivo che sicuramente non molliamo in alcun modo, perché sarebbe troppo facile adesso mollare. E’ un campionato equilibrato, si può vincere e perdere contro chiunque”. Esordisce così, il DG della Reggina Giuseppe Praticò, nella conferenza stampa odierna tenuta insieme a Bonanno.
“Stiamo lavorando per raddrizzare le cose, perché ci siamo ritrovati in questa situazione in modo inaspettato. Dalla conferma di mister Trocini, condivisa con tutti, a una rosa che per noi ancora deve e può ambire alla vittoria del campionato. Di certo sono stati commessi errori, di valutazione e gestione, e di questo dobbiamo fare ammenda. Secondo me le responsabilità sono da suddividere tra i vari attori principali, tra cui il sottoscritto. Però dobbiamo guardare al futuro”.
Qual è la posizione della società rispetto alle contestazioni dell’ambiente che invitano a cedere? E poi anche per la questione stipendi?
“Gli stipendi sono regolari, come sempre. Dispiace doverlo ripetere. Pagare gli stipendi è scontato, capisco che a Reggio Calabria non lo sia. La società ha pagato settembre e nei prossimi giorni pagherà ottobre”.
“La Reggina è una società, un’azienda, un club che fa calcio, e quindi il risultato finale deve essere quello sul campo. Quando questi non arrivano è evidente che i tifosi siano liberi di contestare. Chiaramente questo può dispiacere, ma è corretto ed è stimolante per cercare di raddrizzare al più presto la direzione. Sicuramente noi stiamo lavorando, perché noi per primi vogliamo vincere. L’invito ad andare via? Fa parte della contestazione. Non c’è una posizione su questo. Secondo voi una contestazione può far propendere una società ad andare via? Una società che ha fatto anche degli investimenti importantissimi. Capisco la contestazione, ma da qui a far pensare a una società di andare via… Nessuno ha manifestato interesse a rilevare la Reggina, ad ogni conferenza stiamo qui a dire sempre la stessa cosa. Magari c’è una parte di tifoseria che vuole questo, ma dall’altro il club sta ottemperando a tutti gli impegni economici, a dispetto dei personaggi del passato alquanto discutibili”.
Abbiamo sentito dire: Ballarino vuole 1 milione, vuole 1,3 milioni. Ma quanto è il valore reale?
“Non sono la persona giusta per dirlo, perché non mi occupo di questo. Il valore di una società non si stabilisce così, prendendo un foglio. Ci sono dei professionisti che si occupano di farlo, nel momento in cui c’è un acquirente. Oggi sono convinto che mai Nino Ballarino abbia tirato fuori un numero, si tratta di leggende metropolitane e fake news, perché nessuno ha mai manifestato interesse. Questa proprietà ha fatto tanto per la Reggina. Le voci sulle cene con alcuni imprenditori per parlare di prezzi? Tutto falso, falsissimo”.
Come gestire la contestazione?
“Io non mi sono mai sentito nell’occhio del ciclone. A molti non è chiara quella che è la mia funzione, cioè garantire che il club funzioni nel migliore dei modi. E questo è chiaro sotto gli occhi di tutti: carenze non ce ne sono mai state. Chiunque arrivi qui, è Serie A, per organizzazione. Il mio ruolo è stato anche quello di avvicinare imprenditori reggini, e ci sono. Difatti, già la Reggina è ai reggini. Poi c’è una partnership con una società leader e ieri c’è stato anche l’ok del Consiglio Metropolitano sul Sant’Agata. Per questo ringrazio il Sindaco Falcomatà e il Vice Carmelo Versace, che c’è stato accanto in questo percorso”.
I nostri silenzi?
“Il silenzio stampa lo abbiamo indetto dopo la sconfitta contro la Gelbison, in seguito a quella contestazione partita al terzo minuto. Quell’attacco diretto a Ballarino ci è dispiaciuto, nel contesto di una partita disgraziata. Ci siamo chiusi, forse abbiamo sbagliato, però l’intento era farlo per provare a risalire. Ci sono articoli di giornale che sono al limite della querela, giornalmente”.
“Non ci sono ‘cascitte’. Vergognoso l’attacco che mi è stato fatto. Io sono qui, sono di Reggio, il mio sangue è amaranto. Io ho vissuto con orgoglio la Serie A, ma ci sono stato anche in C2. Non c’è mai stata una persona a cui io non ho risposto. Io abito sul Corso Garibaldi e mai nessuno mi ha detto che sono un uomo di merda”.












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