Puniti perché toglievano il sonno a certa politica? L’ipotesi sta facendo impazzire i social

C'è una società (o meglio una politica) che si traveste da paladina del verde solo quando conviene, che brandisce l’ecologia come un’arma scenica, buona giusto per strappare qualche consenso distratto

di Francesco Marrapodi – Io non credo che stia davvero succedendo questo. Non è possibile che ci sia una ragione occulta dietro le decisioni del Tribunale dei minori dell’Aquila. Perché non si può credere che, dopo anni in cui ci hanno esortati a vivere green, ad abbracciare l’ecologia come fosse il nuovo vangelo, a mangiare biologico, a rispettare l’ambiente, a ridurre le emissioni di CO₂, a limitare – soprattutto ai più piccoli – l’uso dei telefonini, ebbene, dopo tutto ciò, è impossibile che si scaglino ferocemente contro chi osa incarnare davvero tali valori. Stiamo parlando della famiglia di Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, che ha scelto di vivere in un’ex casa colonica e che si è vista sottrarre i figli di 6 e 8 anni per ordine del Tribunale per i minorenni dell’Aquila.

Siamo alla follia?

Diciamolo senza paura: se davvero si tratta di quanto si sta ipotizzando sui social, significa che siamo stati catapultati nel regno dell’assurdo! Questo potrebbe rivelare una verità imbarazzante: c’è una società (o meglio una politica) che si traveste da paladina del verde solo quando conviene, che brandisce l’ecologia come un’arma scenica, buona giusto per strappare qualche consenso distratto. Una politica incoerente, che predica purezza ma vive di calcolo. Perché il paradosso non è nella famiglia del bosco. Il paradosso è in chi finge di difendere un mondo migliore… e poi trema davanti a chi cerca di costruirlo.

La necessità dell’istruzione

Su questo non si discute! L’istruzione scolastica è un punto cruciale — anzi, la colonna portante su cui poggia il futuro di quei bambini. Tuttavia, questo è un ostacolo superabile, considerando che la famiglia del bosco vive a un passo dal centro abitato di Palmoli e che quindi i bambini potrebbero iscriversi all’anno scolastico. Si potrebbe perfino discutere sul fatto che i bambini socializzino poco, ma è evidente che, una volta garantita la scuola, la socializzazione verrebbe da sé, come un effetto naturale. Ma tutto il resto? Tutto il resto non può essere tabù! È assurdo! Illogico! Fuori dal mondo! Perché oggi più che mai la vita di campagna è l’unica vita ancora degna di essere chiamata vita, mentre le città sono diventate inferni di cemento e di catrame dove l’aria stessa sembra gridare disperazione.

La campagna è il ritorno ai valori

La campagna non è una fuga: è un affascinante ritorno alla vita autentica, la riconquista di una buona parte dei valori umani. È il rimettere piede nella normalità dimenticata, lontano dai riflettori che abbagliano e dalla malvagità umana compressa nello scrigno marcio del consumismo, dove tutti camminano come robot – perché è questo che siamo diventati –, esseri senza anima, senza emozioni, senza più un minimo di logica e moralità. Una giungla di individui pronti a pugnalarti per cinquanta euro, magari con un sorriso stampato in faccia. E allora diciamolo una volta per tutte: questa storia sembrerebbe davvero dare fastidio a quel tipo di politica che predica virtù e pratica vizi, che ti indica la strada del bene mentre ti invita sottobanco a scegliere il male. Una politica di facciata, verrebbe da credere, fatta di slogan e di selfie, che pensa ai propri interessi e pretende che pure tu, da suddito, ti adegui alla stessa meschina filosofia. Una politica che bada ai cacchi propri in virtù dei cacchi propri… e guai a chi si permette di vivere fuori da questo contesto teatrale.