Un assalto alla democrazia, alla libera informazione, allo Stato. L’irruzione dei ProPal nella sede del giornale “La Stampa” a Torino, avvenuta nei giorni scorsi, è un atto di violenza gravissimo che mette in pericolo le basi della società civile. Per cosa poi? La pace a Gaza c’è ormai da tempo, grazie al lavoro delle destre internazionali con a capo Donald Trump che ha ringraziato pubblicamente Giorgia Meloni e il ruolo dell’Italia, in prima linea tanto nella diplomazia quanto nell’accoglienza.
Eppure i ProPal devastano le principali piazze italiane in cui protestano, trovano qualsiasi scusa (a Bologna una partita di Eurolega contro il Maccabi) per vandalizzare i negozi, attaccare la polizia e, adesso, se la prendono anche con i giornali… di sinistra.
L’assalto alla sede de “La Stampa” è un clamoroso autogol: il giornale torinese, oltre a essere schierato dalla stessa parte politica dei ProPal, è anche uno dei più critici verso Israele da diversi anni, facendo da cassa di risonanza a tutta la narrativa legata al genocidio, alla Flotilla e alla propaganda di Hamas. Praticamente, un giornale manifesto dei ProPal vandalizzato dagli stessi estremisti. “Fuck Stampa“, “Giornalista sei il primo della lista“, alcune delle scritte che inneggiano all’eliminazione dei giornalisti, secondo i ProPal, “complici del Genocidio“. Eppure sono giornalisti di sinistra che, gli stessi manifestanti di sinistra, mettono “primi” nelle loro “liste”.
Ricapitoliamo: vandalismo nella sede dei giornali; liste per l’eliminazione dei giornalisti, atti intimidatori e violenze. E nessuno grida al fascismo. Anzi, qualcuno li giustifica pure.
Le parole di Francesca Albanese
Dalla destra è arrivata una condanna durissima, com’è normale che sia. Anche da una parte della sinistra. C’è chi però come Francesca Albanese, ormai donna simbolo della sinistra per il suo impegno politico e umanitario per Gaza, che è riuscita in una serie di giravolte nelle quali ha condannato l’irruzione ma, per certi versi, ha anche dato colpe ai giornalisti.
“Condanno” l’irruzione a La Stampa, “è necessario che ci sia giustizia per quello che è successo alla redazione. Sono anni che incoraggio tutti quanti, anche quelli più arrabbiati, la cui rabbia comprendo e credetemi anche la mia, che dico bisogna agire così” con le mani alzate “non bisogna commettere atti di violenza nei confronti di nessuno, ma al tempo stesso che questo sia anche un monito alla stampa per tornare a fare il proprio lavoro, per riportare i fatti al centro del nuovo lavoro e, se riuscissero a permetterselo, anche un minimo di analisi e contestualizzazione“, ha dichiarato dal palco di ‘Rebuild Justice. Ricostruire la giustizia’, evento organizzato in occasione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese.
Per poi rifilare un’altra stoccata ai giornalisti: “prima di entrare qui ho avuto il solito confronto con la stampa italiana che mi ha detto che durante le proteste di ieri erano in sciopero. Però la notizia dell’assalto alla sede della Stampa di Torino l’hanno coperta. Perché non avete coperto anche quello che è successo a Genova e in altre 50 città con migliaia di persone scese in piazza?“.
“Condanno gli attacchi di ieri alla sede della Stampa. La rabbia verso un sistema mediatico che distorce la realtà in Palestina è comprensibile, ma la violenza – anche dentro un sistema violento – finisce per rafforzare chi ci opprime. E oggi lo vediamo: le migliaia di piazze che ieri hanno detto NO all’economia di guerra, in Palestina e nel mondo, rimangono oscurate da questa singola notizia“, ha aggiunto Albanese sui social
La stampa italiana avrebbe interrotto lo sciopero per dare una notizia in grado di delegittimare la questione palestinese. Tutto parte di un grande complotto a cui partecipano però anche i giornali di sinistra a questo punto, gli stessi che fin qui hanno criticato Israele e appoggiato i ProPal. Qualcosa non torna. La sinistra italiana è vittima della stessa violenza che ha fomentato e non riesce nemmeno a condannarla fino in fondo, divisa fra ricerca di consenso e ricerca d’identità.



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