Palermo, l’Associazione Diabetici “Vincenzo Castelli” in visita all’I.C. “Antonio Ugo” 

Giornata mondiale del diabete: l’Associazione Diabetici all’Istituto “Antonio Ugo” per promuovere informazione, prevenzione e inclusione

  • Giornata Mondiale Diabete IC Antonio Ugo
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La Giornata mondiale del diabete, celebrata all’Istituto Comprensivo Antonio Ugo di Palermo, ha visto una forte centralità dell’Associazione Diabetici Vincenzo Castelli della Provincia di Palermo, promotrice di un messaggio chiaro: la prevenzione si costruisce con l’informazione e con una rete educativa in grado di sostenere studenti, docenti e famiglie. A introdurre l’iniziativa è stato Michele Girone, presidente dell’Associazione, che ha illustrato la gravità del fenomeno e la portata della sfida sanitaria e sociale: “il simbolo che vedete oggi, il cerchio blu, rappresenta la globalità della patologia diabetica e l’urgenza di un impegno condiviso. Il diabete è una pandemia silenziosa con un trend in crescita che coinvolge sia il tipo 1, autoimmune, sia il tipo 2, legato a stili di vita scorretti. È un’emergenza che richiede un’azione strutturata, soprattutto nelle scuole, perché è proprio lì che possiamo intercettare ragazzi e famiglie e avviare percorsi di prevenzione reale“.

Girone ha richiamato anche il recente quadro normativo: “la nuova legge sulla prevenzione del diabete è un passo avanti importante, ma deve tradursi in azioni concrete. Saremo in prima linea per capire come verrà applicata e per collaborare con le scuole al fine di costruire progetti che permettano di riconoscere i segnali precoci, ritardare l’esordio della patologia e alleggerire l’impatto sul sistema sanitario. Ritardare l’insorgenza del diabete non è un dettaglio: significa ridurre costi enormi, ma soprattutto tutelare la qualità di vita delle persone“.

Accanto a lui, Marta Porrovecchio, consigliere dell’Associazione, ha approfondito la dimensione inclusiva del percorso di sensibilizzazione: “il messaggio che vogliamo trasmettere oggi è che nessuno deve sentirsi solo nella gestione della propria condizione. Il ragazzo o il bambino con diabete deve sentirsi sostenuto dalla classe e dai docenti. La tecnologia ci ha permesso di fare passi da gigante nella gestione quotidiana della patologia, ma questo non basta: serve una comunità capace di comprendere, includere e intervenire quando necessario. La scuola è uno dei luoghi più importanti per costruire questo tipo di cultura”.

Solo dopo l’intervento dell’Associazione, la scuola ha portato la propria testimonianza. Il vicepreside Marilena Salemi ha evidenziato la sintonia con il percorso proposto dall’Associazione: “abbiamo aderito con convinzione perché la prevenzione passa dalla conoscenza. Intendiamo educare i nostri alunni a una sana alimentazione, informarli sui processi che conducono alla patologia e promuovere l’inclusione di chi vive con il diabete. È una responsabilità educativa che condividiamo pienamente con l’Associazione, con cui si è instaurato un rapporto basato sulla fiducia e sulla volontà comune di coinvolgere anche le famiglie”.

Ha aggiunto un richiamo all’organizzazione interna dell’istituto: “il nostro Comitato composto da due alunni per classe, ha il compito di raccogliere contenuti e restituirli ai compagni in una logica di formazione a cascata. Con 1.600 studenti è la strategia più efficace per garantire che tutti vengano raggiunti. Gli alunni non solo ricevono informazioni, ma diventano protagonisti attivi, e questo rafforza il messaggio lanciato oggi dall’Associazione”.

Il contributo più personale è arrivato da Serena Radicello, docente dell’istituto e madre di una ragazza con diabete, che ha sottolineato l’importanza dell’intervento dell’Associazione all’interno delle scuole: “sono qui come insegnante e come mamma. Ho voluto fortemente che l’Associazione fosse presente, perché i ragazzi hanno davvero bisogno di conoscere la patologia e sapere come comportarsi. Serve informazione, serve empatia e serve preparazione anche da parte dei docenti. Questo evento, promosso con il supporto dell’Associazione, è un punto di partenza fondamentale affinché tanti possano acquisire consapevolezza”.

A chiudere il quadro, Maria Guagliardito, referente del Comitato Educazione, Ambiente e Salute, ha ribadito la rilevanza dell’esperienza condivisa con l’Associazione: “i nostri alunni rappresentanti di classe sono stati molto ricettivi. Molti di loro erano già consapevoli dei rischi legati a un’alimentazione scorretta. Oggi, grazie a questo confronto guidato dall’Associazione, avranno maggiori strumenti da riportare in classe. La restituzione è un momento decisivo: responsabilizza i ragazzi e diffonde la cultura della prevenzione in modo capillare“.

L’iniziativa si conferma una dimostrazione concreta del ruolo strategico delle associazioni sul territorio: non solo enti di supporto sanitario, ma partner attivi nella formazione delle nuove generazioni. Una sinergia che all’“Antonio Ugo” ha trovato un terreno fertile, tracciando una direzione chiara: educare, includere e prevenire, insieme.