Da Catanzaro si alza l’urlo populista e qualunquista per lo sciopero del 28 novembre, ma che confusione: da Gaza ai salari passando per il Ponte sullo Stretto…

Tante idee, ma confuse: i sindacati lanciano l'appello per la manifestazione del 28 novembre, ma mettono dentro di tutto

Un appello qualunquista e populista. C’è dentro di tutto, messo un po’ a casaccio: da Gaza ai salari passando per il Ponte sullo Stretto. Come quelli che protestavano a Messina contro l’opera, ma si portavano dietro le bandiere della Palestina. Ora è il turno dei sindacati a Catanzaro. In una nota, l’USB ha invitato tutti in massa alla mobilitazione del 28 novembre. “Le realtà riunite il 19 novembre alla Casa del Popolo “Thomas Sankara” lanciano un appello chiaro e senza giri di parole: il 28 novembre dobbiamo essere tutte e tutti in piazza. Anche e soprattutto perché il 28 è il giorno che USB ha scelto per lo sciopero generale contro una finanziaria di guerra che massacra i salari, taglia diritti, spinge milioni di persone nella povertà e regala soldi a banche e grandi gruppi” si legge.

Vogliono stipendi da 2 mila euro (minimo). E su Gaza…

“Saremo in piazza anche perché ci convincono tutte le rivendicazioni che animeranno la giornata: basta stipendi ridicoli e contratti che non garantiscono nemmeno la sopravvivenza, chiediamo almeno 2.000 euro di paga base, perché lavorare deve permettere di vivere, non di sopravvivere. E basta anche con l’aumento dell’età pensionabile: 62 anni subito, perché non si può passare la vita a lavorare per restare poveri lo stesso. Mentre il governo investe in armi e propaganda, sanità, scuola, servizi e case popolari cadono a pezzi. E intanto a Gaza continua un massacro che non possiamo ignorare: il genocidio non si è fermato, e anche per questo il 28 scendiamo in piazza, per riprendere la pratica del “Blocchiamo tutto”, contro la guerra, contro il riarmo e contro la complicità silenziosa del nostro governo”.

“Ma proprio a Catanzaro questa mobilitazione è ancora più importante: la città e la provincia vengono lasciate da anni senza lavoro, senza investimenti, senza futuro. Disoccupazione, precarietà, giovani costretti a partire, servizi al collasso. E allora diciamolo forte: servono investimenti veri, posti di lavoro, sviluppo e rispetto per chi vive qui, non miliardi buttati in armi, guerre e grandi opere inutili. Siamo convinti che in questo percorso debba trovare un forte spazio anche la vertenza dei lavoratori di Telecontact. Per questo motivo chiamiamo con forza anche le lavoratrici e i lavoratori di Telecontact: venite in piazza con noi, perché nella mobilitazione ci sarà spazio per raccontare la vostra vertenza, che è la fotografia perfetta di come i padroni e politici trattano chi lavora in questa regione” si legge ancora.

E poi “il Ponte sullo Stretto è una grande presa in giro”

“Ma il 28 sarà anche il lancio per la partecipazione al grande corteo No Ponte del 29 novembre a Messina. Perché il Ponte sullo Stretto è un’enorme presa in giro: una mega-opera inutile che divora miliardi pubblici, mentre Sicilia e Calabria hanno strade indecenti, treni da terzo mondo, ospedali al collasso. È un progetto imposto contro la volontà dei territori, un insulto a chi vive qui. Il Ponte come le spesi militari non servono a nulla: servono servizi, trasporti, lavoro e sicurezza del territorio. Questo appello è aperto a tutte le realtà che vogliono aderire e lottare insieme. Il 28 novembre riempiamo piazza Prefettura a Catanzaro. Il 29 invadiamo Messina. Contro la finanziaria di guerra, contro il Ponte, per i salari, i diritti, il territorio e la pace. È ora di farci sentire” concludono.

Primi firmatari:

  • Assemblea Permanente Catanzaro
  • Collettivo “Per Gaza”
  • Coordinamento provinciale di Catanzaro in sostegno del popolo palestinese
  • USB Pubblico Impiego
  • Potere Al Popolo
  • Fronte Comunista