Crotone, scoperta macellazione clandestina di cavalli: scatta l’inchiesta

Dopo l’operazione dei NAS che ha portato a un arresto e cinque indagati, l’associazione denuncia falle nella tutela degli equini e chiede riforme su tracciabilità, controlli e fine carriera

Un plauso alle forze dell’ordine, in particolare ai NAS dei Carabinieri, e alla Magistratura della provincia di Crotone per l’operazione che ha portato alla luce l’illecita macellazione di tredici cavalli all’interno dello stabilimento della società Assocarni di Rocca di Neto, sotto sequestro e fallimento (quindi con sigilli apposti e non autorizzato ad operare). Secondo gli inquirenti, la carne equina, priva di controlli sanitari, era destinata al mercato della provincia di Siracusa, in palese violazione delle norme igieniche e sanitarie. Il custode giudiziale è stato arrestato, ed altre cinque persone risultano indagate per l’organizzazione e l’esecuzione della macellazione abusiva.

Ci costituiremo parte civile nel procedimento, allo scopo di contribuire all’accertamento della provenienza degli animali macellati illegalmente – dice il presidente di IHP Italian Horse Protection, Sonny Richichi -. Da anni denunciamo come alcuni dei cavalli che finiscono in circuiti clandestini di macellazione provengano dagli ippodromi o dagli sport equestri. La conferma delle nostre ipotesi è arrivata anche da recenti operazioni condotte delle forze dell’ordine e da quanto riportato nella relazione finale della Commissione parlamentare sulle eco-mafie”.

Nel contempo, si registra una forte spinta politica e finanziaria verso lo sviluppo della filiera dell’ippica e degli sport equestri, ma non è prevista alcuna misura sistematica e obbligatoria che tuteli i cavalli alla fine della loro carriera sportiva. È un paradosso inaccettabile: risorse e incentivi a monte, ma abbandono o destino ignoto a valle – aggiunge il presidente di IHP -. Inoltre, la mancanza di trasparenza sulla filiera, unita all’assenza di un sistema di tracciamento robusto dell’anagrafe equina, permette che cavalli finiscano anche al macello clandestino”.

Per questo IHP Italian Horse Protection esige:

  1. l’istituzione urgente di un capitolo di bilancio dedicato esclusivamente alla tutela dei cavalli a fine carriera;
  2. una riforma profonda e vincolante dell’Anagrafe Nazionale Equina con tracciamento in tempo reale, trasparenza e accessibilità dei dati;
  3. l’introduzione di controlli pubblici, indipendenti e diffusi sul territorio, al di fuori degli ippodromi, per prevenire corse clandestine, traffici illeciti di cavalli e macellazioni abusive;
  4. il condizionamento dei finanziamenti pubblici all’ippica e agli sport equestri al rispetto di vincoli precisi che includano la tutela dell’animale durante e dopo la carriera attiva.

È ora che il sistema riconosca che i cavalli non sono merce da sfruttare fino all’esaurimento e poi abbandonare nell’ombra. L’operazione di Rocca di Neto dimostra che senza controllo e responsabilità il rischio è concreto.