Con “Liberata” lo scrittore catanzarese Domenico Dara ci mostra il volto della Calabria globale

Liberata, l'ultima fatica di Domenico Dara, edito da Feltrinelli, non è un semplice romanzo: è un respiro narrativo che nasce da un lembo preciso della Calabria

di Francesco Marrapodi – Honoris causa a Domenico Dara che, con un solo colpo di penna, inaugura – a mio avviso – un nuovo modo di raccontare il Sud. Liberata, l’ultima fatica di Domenico Dara, edito da Feltrinelli, non è un semplice romanzo: è un respiro narrativo che nasce da un lembo preciso della Calabria e s’invola fino a diventare una costellazione planetaria. È anche un’opera che scavalca il neorealismo, disegnando un Sud che non appartiene più a sé stesso, ma alla memoria collettiva di chiunque creda ancora nel potere delle storie.

Nella Calabria di Dara non si respirano quelle sensazioni o quell’atmosfera meridionali tipiche di certi autori del Sud; si avverte invece un respiro più ampio, come se il lettore stesse vivendo una storia ambientata in un qualsiasi paese del mondo e non in un paese del Meridione. E, a mio avviso, nessuno scrittore del Sud c’era riuscito finora: nessuno aveva portato il Meridione letterario a un grado così alto di universalità. Ecco perché la lettura di Liberata non resta mai ancorata a un contesto regionale, ma affonda in profondità, nel cuore e nell’immaginazione, là dove i sogni prendono forma e diventano patrimonio comune.

La trama

Liberata, giovane dattilografa e anima pulsante del romanzo, impara a vivere il mondo in un’epoca segnata da violenze e strategie del terrore. Eppure, nel tempo sospeso dei paesi calabresi, la noia diventa un’officina silenziosa di invenzioni quotidiane.

In un luogo dove ognuno sembra custodire un mistero, Liberata intraprende una metamorfosi interiore che dialoga con i fotoromanzi che ama: quelle pagine diventano la grammatica emozionale con cui interpreta la vita. L’incontro con un giovane meccanico dell’officina del padre apre la strada a una storia che lei stessa modella, con la stessa delicatezza con cui sfoglia i suoi fotoromanzi. È una fioritura sentimentale che Dara racconta con rara abilità, intrecciando narrativa, teatro e verità umana.

Potenza narrativa

Domenico Dara conferma così la sua straordinaria potenza narrativa, firmando un romanzo dalla forza visiva e drammaturgica degna del grande cinema. Liberata è destinato, insomma, a lasciare un’impronta nella letteratura italiana contemporanea. Si tratta, in verità, di un’opera che affascina e risuona come l’eco di un tempo le cui radici si intrecciano con la storia del mondo.