Dopo giorni frenetici, con l’arrivo dei nuovi proprietari, la loro presentazione e l’annuncio di alcune novità, la Messina calcistica vive ora giorni di calma, almeno apparentemente. Non dovrebbe essere così, nel senso che c’è ancora molto lavoro, ma la situazione è di assoluto impasse e questo dipende da tanti fattori. In primis ciò che emerge dall’esterno, e che la piazza si chiede, è che fine abbiano fatto i tanti nomi circolati in queste settimane, perché si stiano raccogliendo tanti “no” e perché i giocatori annunciati come nuovi arrivi siano poi finiti in tribuna.
Partiamo proprio da questi due: Giangregorio e Ruffino. Ad annunciarli non il club, non un dirigente, non il DS, non un organo di stampa, bensì l’allenatore, Romano, nella conferenza stampa prima del match contro la Vibonese. Considerando le modalità, e non solo, si presupponeva un’ufficialità imminente, con un impiego addirittura per domenica. Non è stato così: i calciatori sono finiti in tribuna e, dell’ufficialità, nemmeno l’ombra. Eppure i due, soprattutto Ruffino, si allenano da tempo con la squadra. Perché è accaduto questo?
Il problema è legato agli aspetti burocratici di cui già abbiamo scritto nei giorni scorsi, parlando di calciomercato “a passo di lumaca”. Gli organi competenti, ad esempio, non si sono ancora espressi sull’affiliazione della nuova società (rispetto al periodo estivo, che precede la nuova stagione, le riunioni per approvare e discutere le richieste di cambio nome – A.C.R. Messina 1900 in questo caso – avvengono con meno frequenza). Dunque non può esistere una nuova matricola, dunque non è possibile acquistare il ramo sportivo, dunque rimane bloccato ogni altro tipo di discorso. Costringendo così la curatela a prorogare l’esercizio provvisorio, adesso in vigore fino al 10 dicembre.
A questo tema, quello del trasferimento del titolo sportivo, si lega l’argomento fideiussione: Davis e Pagniello dovrebbero versare i 640 mila euro previsti per l’acquisto, ma sperano nell’escussione di Sciotto (340 mila), che però è stata contestata e quindi rimane in dubbio. Tutto questo significa che ad avere l’ultima parola è ancora il Tribunale. Il quale, tuttavia, ha la possibilità di tesserare qualsiasi calciatore, già da ora, a patto però che riceva le giuste garanzie dalla proprietà. Se il tesseramento e l’annuncio non sono arrivati, evidentemente, è perché Giudice e Curatore stanno aspettando queste garanzie, che intanto paralizzano qualsiasi altro argomento.
Questa situazione da impasse, ovviamente, non fa piacere all’ambiente, già scottato dagli anni di Sciotto e dai pochi mesi di Cissé e Alaimo. Situazioni non paragonabili, ovviamente, essendoci in questo caso un Tribunale di mezzo, ma i mugugni sono comprensibili. Ci sono stati tanti nomi, e tanti “no” ricevuti dal DS, anche per questo immobilismo, percepito pure all’esterno, nonché per una classifica che – considerando il segno meno – ovviamente non aiuta. Molti calciatori, insomma, ci vanno cauti. Se poi quelli che si allenano da tempo, e che sono stati addirittura annunciati dall’allenatore, non sono ancora stati ufficializzati, i malumori non possono essere nascosti.
Anche perché, intanto, la squadra ha bisogno di rinforzi in campo. Da mesi gli attuali calciatori stanno tirando la carretta, ma senza preparazione atletica il rischio è che nei prossimi mesi possano risentirne.



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