A Samartinu ogni mustu è vinu! Viaggio dentro il cuore e l’anima della Calabria rurale

In Calabria, l’11 novembre non è un semplice giorno: è un respiro che attraversa i secoli, un richiamo che risveglia la memoria dei borghi, l’anima dei monti, il battito stesso della terra

di Francesco Marrapodi – In Calabria, l’11 novembre non è un semplice giorno: è un respiro che attraversa i secoli, un richiamo che risveglia la memoria dei borghi, l’anima dei monti, il battito stesso della terra. È il momento sacro in cui il mosto diventa vino: un’epopea liquida che racconta la grandezza di una terra ferita ma immortale, capace di generare bellezza, forza e vita tra le pieghe del tempo. Tra vicoli di pietra e camini fumanti, tra castagne arrostite e zeppole calde appena sfornate, il profumo del vino nuovo si leva come un canto ancestrale, avvolgendo i cuori e accendendo le anime. La Calabria brucia di un calore che va oltre la festa: è il calore della memoria, delle mani rugose che hanno lavorato la terra con sudore e amore, dei canti che risuonano tra le montagne come echi d’eternità.

Ogni bicchiere di vino è memoria liquida

Ogni bicchiere di vino è memoria liquida, un ponte che unisce passato e presente, attraversando generazioni con un filo invisibile e indistruttibile. L’Aspromonte veglia come un dio antico, custode silenzioso delle gioie e dei dolori dei suoi figli. Case, camini, tini e fuochi non sono semplici scenografie: sono altari vivi di una cultura che si rinnova ogni anno, che ricorda chi siamo stati e chi possiamo ancora diventare. Qui, la Calabria intera si trasforma in racconto, in poesia, in battito collettivo. A Samartinu ogni mustu è vinu. Ma chi sa guardare oltre il rito scopre che ogni bicchiere è memoria, orgoglio, canto di un popolo che resiste, ama, soffre e spera. È la voce di chi ha conosciuto la fatica e l’assenza, ma non ha mai smesso di credere nella bellezza della propria terra.

L’11 novembre ci ricorda che la vita si misura nei piccoli gesti

In un mondo che corre e dimentica, l’11 novembre ci ricorda che la vita si misura nei piccoli gesti: nel profumo del mosto, nel calore di un brindisi condiviso, nella forza di una memoria che sfida il tempo. È la Calabria che vive, che emoziona, che sorprende. È il cuore antico di una terra immortale, e chi beve con essa sente, per un istante eterno, di diventare parte del mito stesso, di assaporare il nettare degli Dei, di portare dentro di sé l’anima indomita di questa terra che dona amore senza riserva.