I cambiamenti climatici non sono più buoni neanche come alibi per la peggiore politica, a giustificare inefficienze e abbandono del territorio. La neve, infatti, è arrivata in grande anticipo, con una delle nevicate più precoci degli ultimi decenni, ed è già abbondante sui rilievi dell’Aspromonte: al momento è solo una spolverata a Gambarie, in piazza, dov’è comunque tutto bianco. Sono già caduti oltre 35cm di coltre nevosa, però, sulle piste da sci e nevicherà ancora forte per tutta la serata.
Domani e martedì arriva il libeccio, le temperature risalgono e la situazione migliora, ma da mercoledì in poi arriva un altro ciclone artico che tra giovedì, venerdì e sabato scaricherà un altro grande carico di neve sulla montagna reggina. La scusa della carenza di neve non c’è più. Rimane il disastro della politica.
Questo è il sesto anno consecutivo senza la seggiovia. Era la notte tra 6 e 7 novembre del 2020 quando un incendio colpiva la stazione a monte della seggiovia Piazza Mangeruca – Monte Scirocco. Le fiamme si sono sviluppate nella baita che ospita i quadri elettrici, per poi propagarsi alla seggiovia che si trova nelle immediate vicinanze. Distrutto il motore e rotta la fune portante/traente dell’impianto: un episodio gravissimo, che in un Paese civile dell’Occidente sarebbe stato risolto e ripristinato nell’arco di poche settimane. Al massimo qualche mese. Sono passati più di cinque anni, nello stesso Paese che quest’anno ospita le Olimpiadi Invernali, a Gambarie d’Aspromonte – una delle località sciistiche più antiche di tutto l’Appennino – la seggiovia non è stata ancora ripristinata. Sono passati più di cinque anni, e non sono neanche iniziati i lavori. Questa è la sesta stagione sciistica invernale senza seggiovia, la cui mancanza si fa comunque sentire anche d’estate. Che turismo ci può essere in una montagna senza seggiovia?
Intanto in questi anni l’unica iniziativa degna di nota è stata obbrobriosa: una fantomatica pista da sci di plastica, costata un milione di euro con la bizzarra idea di far sciare tutto l’anno senza neve. Ma è servita solo a qualche infortunio, oltre che a rovinare un ecosistema straordinario nella zona della vecchia pista Sud. Gli ambientalisti ovviamente tutti zitti, per loro l’unico problema è il Ponte sullo Stretto mentre il territorio viene stuprato ogni giorno nell’indifferenza più assoluta. Più che ambiente, hanno dimostrato di avere a cuore esclusivamente le ideologie politiche. Intanto a Gambarie da sei anni non si scia né d’estate né d’inverno. E il cambiamento climatico non c’entra affatto: la neve c’è eccome. Si scia regolarmente, ogni anno, in Sila, sull’Etna, sulle Madonie.
A Gambarie e solo a Gambarie, invece, è ancora tutto fermo, anche nelle nuove piste: il mancato accordo sulla gestione degli impianti tra il Comune di Santo Stefano e la Cooperativa Aspro Service, che già aveva compromesso tutta la scorsa stagione sciistica, continua. La questione è addirittura in Tribunale. E per il secondo anno consecutivo, non si scierà neanche nei nuovi impianti, che hanno gli skilift regolarmente funzionanti, che hanno tantissima neve da novembre a maggio. Ma è tutto inutile.
Così, anche la nuova Gallico-Gambarie, non è che serva a molto… Che tristezza, Gambarie. Che brutta fine che ha fatto la montagna reggina…



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