Sicilia: inizia il processo all’avv. Motta per turbativa d’asta, Giuseppe Chillemi racconta l’intera vicenda

Chillemi: "la vicenda è nata fra il 2022 ed il 2023, quando Il Motta era il legale della Raviol D’Oro, il più grande produttore di pasta ripiena di Calabria e Sicilia"

“Domani, 3 ottobre 2025, inizia il processo per Turbativa d’asta all’Avv. Antonino Motta, di cui allego il Rinvio a Giudizio e che ci vede Parte Civile. L’avvocato gravita su Paternò/Belpasso/Catania, nel comprensorio in cui in passato si è sviluppata l’operazione Athena. La vicenda è nata fra il 2022 ed il 2023, quando Il Motta era il legale della Raviol D’Oro, il più grande produttore di pasta ripiena di Calabria e Sicilia. Promettendo di aiutare i propri clienti all’asta ed in difficoltà per il caro energia e materie prime, ha detto loro che avrebbe comprato le mura dello stabilimento e installato un impianto fotovoltaico”, è quanto afferma il proprietario Giuseppe Chillemi.

“L’avvocato Motta si è adoperato a dissuadere altri avventori”

“Durante le visite degli interessati, l’avvocato si è adoperato a dissuadere altri avventori, dicendo loro che c’erano i proprietari e che avrebbero rovinato una famiglia con l’acquisto e per tale motivo è rimasto l’unico acquirente. Una volta ottenuto il decreto di trasferimento, ha letteralmente “voltato la faccia” domandando soldi dell’affitto che noi proprietari non ci potevamo permettere, perchè i pannelli solari promessi non erano stati installati (vedi articolo). L’avvocato ha chiesto quindi l’intervento della forza pubblica, buttando fuori le maestranze (30/03/23) e distruggendo l’azienda, tutti i posti di lavoro e la famiglia che invece diceva che voleva proteggere”, rimarca Chillemi.

“Abbiamo subito denunciato”

“Noi abbiamo subito denunciato ma il percorso è stato difficile, c’è stato una iniziale richiesta di archiviazione e la chiusura dell’ordine degli avvocati di appartenenza che ci ha negato l’accesso agli atti nonostante fosse dovuto, costringendoci ad un esposto al Ministero della Giustizia. Durante questi due anni abbiamo incontrato altre vittime delle aste che riportano esperienza simili. Sembra ci sia un diffuso malaffare attorno al sistema giustizia. Questo non emerge perché chi ha perso tutto non ha la forza ed i mezzi per denunciare ed i delinquenti lo sanno. Chi ha il coraggio di querelare dovrebbe essere aiutato e tutelato fermando le aste, altrimenti si fa il gioco dei delinquenti, con lo stato che si aggiunge alla loro opera di distruzione continuando a toglierti tutto. Noi abbiamo perso casa a maggio e l’ultima a luglio! Se non accade un miracolo a brevissimo finiremo per strada, nonostante noi proprietari siamo ormai anziani e disabili”, conclude Chillemi.