Serra Pedace è un bellissimo borgo situato nella Presila Cosentina, a oltre 700 metri sul livello del mare: la località è immersa nella natura e garantisce a tutti i visitatori la visione di diversi monumenti ed edifici storici, la possibilità di assaggiare dal vivo alcune delle migliori specialità enogastronomiche regionali e l’opportunità di effettuare escursioni nel territorio circostante.
Proviamo a conoscere meglio questo borgo partendo dalla sua storia, per poi attraversarlo virtualmente alla ricerca delle migliori attrazioni che può offrire a tutti i suoi visitatori.
La storia
Il centro iniziò ad essere abitato fin dal X secolo, quando le incursioni arabe indussero diversi abitanti della zona di Cosenza a spostarsi verso altri territori, contribuendo alla loro crescita. Il paese sorge dove si trova l’attuale centro storico, nella parte più bassa e nascosta, proprio al fine di non essere visti dalla valle.
Sorretto principalmente dall’allevamento e dall’agricoltura, il paese nel 2017 decise di creare il nuovo comune Casali del Manco insieme ai centri confinanti di Casole Bruzio, Pedace, Trenta e Spezzano Piccolo.
Cosa vedere a Serra Pedace
In questo nostro viaggio virtuale a Serra Pedace, iniziamo con la Chiesa di San Donato Vescovo, chiesa matrice del borgo. Eretta a metà del ‘500, presenta una bella facciata principale in cui spiccano tre portali litici, a cui si accede mediante una doppia rampa di gradini. Una volta entrati nell’edificio si viene colpiti da un soffitto affrescato da Settimio Tancredi di Pietrafitta e dalla presenza dei quattro altari sulla destra e del fonte battesimale sulla sinistra, nelle prossimità del quadro di San Giovanni che battezza Gesù.
Tra gli altri principali edifici religiosi citiamo poi anche la Chiesa dell’Immacolata Concezione, anch’essa risalente alla metà del ‘500, situata nella principale piazza del borgo, a breve distanza dalla chiesa matrice. Superata la facciata a capanna, si viene accolti da un interno che custodisce diversi spunti di interesse, dall’altare maggiore in marmo decorato all’altare con il dipinto della Madonna del Rosario. Ancora, citiamo la presenza della Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, o Chiesa della Cona, eretta nel XVII secolo nella parte alta del borgo.
Per quanto invece riguarda i monumenti non religiosi, uno dei principali simboli del borgo è il Monumento ai caduti per la patria che si trova in piazza Vittorio Veneto, nei pressi della Chiesa Matrice di San Donato Vescovo, e una buona serie di portali lapidei di pregiata bellezza, come quello di Palazzo Campagna o di Palazzo Mollo Adami.
Ricordiamo inoltre che il comune ospita il Museo Ecologico della Presila, che include una sezione dedicata alla paleontologia (96 fossili di tutte le ere geologiche), mineralogia (minerali e rocce della Calabria, alcuni rarissimi), entomologia, faunistica e una biblioteca che contiene i libri relativi alle varie sezioni. Studenti e altri visitatori possono accedere alla struttura tutti i giorni.
Gli aspetti naturalistici
Serra Pedace è apprezzata anche per alcuni aspetti naturalistici di particolare importanza. Nella cittadina si trova ad esempio il Pioppo monumentale di piazza Vittorio Veneto, in prossimità della Chiesa dell’Immacolata Concezione, un pioppo nero alto oltre 12 metri, con una circonferenza di 420 cm.
Fuori dal paese uno dei riferimenti naturalistici più interessanti è il Lago Ariamacina, un bacino artificiale realizzato mediante lo sbarramento del fiume Neto, ad un’altitudine di 1316 metri di quota sul livello del mare, nel Parco Nazionale della Sila.
Il patrimonio enogastronomico
Serra Pedace è celebre anche per il suo contributo al patrimonio enogastronomico della regione. In particolar modo, il piatto più conosciuto è la Cuccia, che viene preparato in occasione della festa padronale.
La preparazione prevede che il grano di tipo carusa bianca, dopo attenta pulizia, venga messo in un recipiente pieno di acqua e lasciato in ammollo per almeno 48 ore. quindi, viene messo in un secondo recipiente di rame, in cui viene fatto bollire fino alla cottura. A parte si mette invece a cuocere la carne di maiale. Alla fine della preparazione, in alcuni vasi di terracotta vengono posti strati di carne e grano alternati, passati nei forni a legna, dove rimangono per almeno una notte.
Secondo la tradizione del luogo, il piatto deve essere consumato la domenica a colazione o a pranzo.



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