I nuovi cassonetti sono sempre lì, abbandonati da anni e anni in un piazzale adiacente la SS106 Taranto-Reggio Calabria nella zona di Pellaro. Agli annunci sul ripristino della raccolta urbana nelle apposite “isole ecologiche“, i cassonetti appunto, dilaganti durante la campagna elettorale addirittura delle elezioni comunali 2020, l’Amministrazione Falcomatà-Brunetti non ha mai dato reale seguito. La città di Reggio Calabria è rimasta ostaggio del disastro del porta-a-porta imposto nel 2015 senza alcun tipo di logica, e i risultati si vedono nelle percentuali della raccolta differenziata che negli ultimi anni continuano a diminuire.
Il dato ufficiale e certificato di raccolta differenziata nel Comune di Reggio Calabria per il 2024 è del 37,67%. Un vero e proprio disastro, in netto calo rispetto al 42% del 2023 e al record del 47% raggiunto nel 2019. Siamo lontanissimi dagli obiettivi minimi del 60%, ed è preoccupante il passo indietro degli ultimi anni che lascia presagire addirittura un tonfo sotto il 30% in questo 2025.
L’elemento più raccapricciante è che quindici anni fa Reggio Calabria era una delle migliori città del Sud Italia sulla raccolta differenziata. Senza mastelli. Senza porta-a-porta. Con campagne mirate di sensibilizzazione della cittadinanza e primalità soprattutto per aziende e attività commerciali, che producono il più grande numero di rifiuti urbani. Nel 2010, infatti, Reggio Calabria era già al 15% di raccolta differenziata: tutte le città calabresi e siciliane che oggi la surclassano, allora erano molto indietro.
La dirimpettaia Messina, ad esempio, oggi è al 55% ma nel 2010 era al 4%. E Catanzaro, che oggi è addirittura al 70%, nel 2010 era al 9%. Persino Cosenza, oggi al 60%, nel 2010 era indietro rispetto a Reggio: si fermava al 13%. Reggio, che quindici anni fa era una delle migliori città del Sud per quanto riguarda la raccolta differenziata, oggi è diventata una delle peggiori. Perché è cresciuta molto meno delle altre, e negli ultimi anni sta tornando indietro.
A preoccupare maggiormente, oltre ai dati, c’è la mancanza di una reale strategia sul futuro: l’argomento è totalmente uscito dai radar dell’Amministrazione Comunale, evidentemente disinteressata ai temi reali della vita quotidiana della città.



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