L’Università degli Studi di Messina onora Sara Campanella: si è tenuta oggi, alle ore 11, presso l’Aula Magna dell’Ateneo, alla presenza dei familiari, e del Rettore Giovanna Spatari, il conferimento della laurea ad honorem a Sara, che frequentava l’ultimo anno del Corso di Laurea triennale in “Tecniche di Laboratorio Biomedico”. Il professore Berretta, relatore di Sara Campanella, ha spiegato su cosa verterà la tesi costruita dalla sua ex studentessa, ricordandola così:
“Sara era una studentessa modello, seduta sempre in prima fila, partecipe alle lezioni. Pensate che una volta fu costretta ad assentarsi per motivi di salute e si scusò mandandomi un email” e sull’argomento di tesi – “Nelle prime lezioni abbiamo affrontato il tema dei tutori alla mammella, e insieme a Sara abbiamo parlato dell’importanza della prevenzione. A fine lezione, mi chiese se potevo essere il suo relatore e se insieme potevamo costruire la sua tesi. Ciò mi ha dimostrato ancora una volta la sua forte determinazione”.
La tesi, dal titolo “Il ruolo dell’epigenetica nelle mutazioni patogenetiche di geni BRCA1 e BRCA2 come strumento per ridurre il rischio di canco ovarico e mammario” è stata spiegata all’aula dalla sua collega Martina Giandinoto. A conclusione della discussione, il Rettore Spatari, ha conferito la laurea alla memoria a Sara Campanella, dott.ssa in “Tecniche di Laboratorio Biomedico” con votazione 110 con lode. Grande la commozione nell’Aula Magna del rettorato da parte di tutti i presenti, nessuno escluso.
Emozionante ed evocativo l’intervento del fratello di Sara: “Sara è l’immensità, un uragano d’emozioni. E’ un esempio di amore e luce. Una persona sensibile, empatica. Amava la vita, anche quella degli altri. Sara diceva sempre una frase “Mi amo troppo per stare con chiunque” una frase semplice, ma rivoluzionaria. Credeva nell’amore, in quello che rispetta, che riconosce il valore dell’altro, che non si confonde mai con il possesso. La sua vita è stata spenta nei pressi di quel Policlinico che tanto lei amava, era la sua seconda casa. Un luogo che amava, quel gesto vile non spegnerà mai la sua luce”.























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