Padre reggino, madre messinese. E lui si sfoga. Lo definisce lo “sfogo di un doppio deluso”. Il lettore Alessandro Morabito ha scritto alla redazione di StrettoWeb a qualche giorno dal derby dello Stretto. “Spett.le redazione, scrivo questa mia per riflettere sullo stato dell’arte di Reggina e Messina. Eh si, perché, come si evince dal mio cognome (Morabito), mio padre era Calabrese (C maiuscola!!) di Oppido Mamertina. Mia madre, messinese di città. Anche mio fratello nato a Messina rimpolpa la pattuglia. Io, invece, sono nato in Brianza. Eppure mi sento così ‘Terrone’ (anche qui con la maiuscola), che ogni santo giorno mi devo informare su quel che accade lì dove si formarono le basi di quel che sono adesso” ha scritto.
“E sono un tifoso della Reggina (per la quale ho scritto anche un coro da stadio che però mi son tenuto per me), e sono anche tifoso Messinese. Mi ricordo di un Monza – Reggina in serie B nel 1990. Allora ero ventenne. Andai con mio padre, comprammo la bandiera della Reggina ed entrammo. Sbagliammo ingresso ed entrammo dal parterre (nessuno ci fermò). Quando entrai con la bandiera sventolante, sentii un boato. Il Brianteo era pieno di Reggini. Dove siamo ora? Chi ci trattiene prigionieri?”.
“L’ultima umiliazione dal ‘mio’ Messina, al quale faccio i complimenti perché senza gli alibi ballariniani, adesso vede più concrete le possibilità di lottare per la salvezza. Allora meglio senza proprietà!! Una sana autogestione! Condivido in pieno l’articolo di Consolato Cicciù del 13 ottobre. Ho solo un appunto. Quando dice, riferendosi alle parole del bugiardino che attacca i giocatori e difende l’allenatore, ‘Non si ricordano mai episodi del genere alla Reggina e mai – sicuramente – nel calcio in generale’, ebbene un precedente esiste. Il Milan di Sacchi (che non doveva arrivare al panettone) fu difeso da Berlusconi che radunò tutto lo staff (dai giocatori al magazziniere) e disse che Sacchi era l’allenatore, che aveva la piena fiducia della Società e che a quel punto chi non era d’accordo poteva andarsene. Anche tutta la squadra. Quello fu il collante. Ma fu fatto senza sventolarlo immediatamente alla stampa. Si seppe solo dopo, quando il Milan divenne il Milan mondiale”.
“Mi fa male pensare che sia solo una questione politica, forse perché io, utopisticamente, nella politica non vedo nemici da abbattere, ma vedo nel mio avversario una persona che vuole arrivare allo stesso mio risultato utilizzando idee diverse dalle mie. Smetterà il mio cuore amaranto di sanguinare? Chiudo rivelandoVi il coro che durante la Reggina Inzaghiana mi è venuto spontaneo scrivere. Che sia di buon auspicio:
‘Amaranto è il colore del cuore,
questo cuore che batte per te,
e più batte e più s”innamora,
forza Reggina dai vinci per noi!’
Continuerò a seguirVi con estremo interesse, poiché siete la voce onesta dello Stretto (non fate sconti né a destra né a sinistra)”.
Sempre Vostro
Alessandro Morabito



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