Il risparmio, ricchezza del paese: crisi economiche e guerre nel mondo, ma l’Italia va in controtendenza

Dati e numeri sul risparmio in Italia rispetto alla delicata situazione geopolitica ed economica mondiale

Un tema che domina le dinamiche economiche di questa stagione è la situazione del settore finanziario. Il sistema è in forte fibrillazione, in collegamento ad un ampio movimento di consolidamento che lo sta caratterizzando e che si traduce in fusioni ed acquisizioni di varie entità. Tutto ciò si sviluppa in un momento storico contrassegnato, a livello internazionale, da crisi economiche, da azzardate dinamiche geopolitiche, aggravate, con la cassa di risonanza delle guerre guerreggiate in corso, circa sessanta nel mondo, e delle guerre ibride, dalla imposizione di dazi a tutto campo e varie ritorsioni minacciate dal Presidente Trump, in una taranta di orientamenti. Tutto ciò non fa bene all’economia e al sistema produttivo che, invece, ha bisogno di certezze e di percorsi sicuri per l’attuazione delle proprie strategie.

Oggi, si arriva a parlare di una riconsiderazione, se non la fine, dell’era del libero scambio, della globalizzazione, del multilateralismo. Si vedono all’orizzonte, in vari ambiti e territori, scontri muscolari con la prevalenza del più forte, da cui scaturisce fatalmente l’abbassamento dell’asticella della democrazia. In questo turbinio di eventi, il nostro Paese si presenta in una condizione accettabile, con dati interessanti che possiamo raccogliere in una contenuta crescita dell’inflazione, in un miglioramento dell’occupazione, in uno spread dei BTP ai minimi storici negli ultimi 15 anni, in conti pubblici che appaiono in ordine, come non mai, il tutto confortato da una certa stabilità politica.

I numeri sul risparmio

Ovviamente, il costante e caldo confronto politico ed ideologico, alimentato da sempre prossime elezioni, si traduce in consensi, da un lato, e da valutazioni critiche e negative dall’altro. Ma è la dialettica democratica! Sul fronte macro uno dei punti di forza del sistema è la ricchezza finanziaria, ergo il risparmio. Per darne la dimensione, parliamo di una entità che supera, in tutte le sue componenti, tra conti correnti, titoli, azioni, fondi comuni, assicurazioni ed altro, quest’anno, per la prima volta, i 6.000 Mld, più del doppio del debito pubblico nazionale, con una crescita del 4,3% rispetto al 2023, e che arriva al 29,3% se ci si confronta con il 2019, periodo pre-pandemia. Secondo accreditati analisti, detta ricchezza dovrebbe crescere del 3,8% nel 2028.

Il risparmio del Paese va assolutamente protetto attraverso una coerente e adeguata visione politica e confacenti indirizzi strategici, anche per evitare il rischio di fughe di capitali verso l’estero. Una precisa responsabilità grava sulla filiera degli organismi finanziari, a partire dalle banche e dalle assicurazioni, per tutelare, per l’appunto, il risparmio e indirizzarlo verso gli obiettivi prioritari della competitività, della prosperità economica e dell’equilibrio sociale. E qui non sfugge il ruolo del mondo politico che deve sostenere, nel modo migliore, un tale percorso. I concetti espressi sono scaturiti dal dibattito sviluppatosi nella 57° Giornata de Credito, del 2 ottobre us, alla quale hanno partecipato alte personalità del mondo accademico, finanziario e produttivo.