“I Poeti per la pace” di Reggio Calabria dicono NO alla guerra: la lettera al presidente Mattarella

"I Poeti per la pace" scrivono una lettera al presidente della repubblica, Sergio Mattarella, per esprimere il loro no alla guerra

  • Lettera Poeti per la Pace
  • Lettera Poeti per la Pace
  • Lettera Poeti per la Pace
  • Lettera Poeti per la Pace
/

“‘ poeti per la pace’ di Reggio Calabria, considerato il delirio collettivo, che sembra abbia pervaso il mondo intero, non desiderano rimanere spettatori passivi, ma intendono offrire il loro contributo di partecipazione, alfine, di sensibilizzare la politica e la società civile riguardo le tragedie che hanno colpito, con oltre cinquanta teatri di guerra, il mondo intero. Per queste ragioni hanno predisposto una lettera, con la richiesta di un incontro, preparata dalla poetessa Marina Neri, rivolta al Presidente della Repubblica“. È quanto si legge in un comunicato stampa de “I poeti per la pace” di Reggio Calabria.

La lettera rivolta al presidente Mattarella

“Ill.mo Presidente della Repubblica, Onorevole Sergio Mattarella, 

a Lei, ultimo baluardo della nostra Costituzione rivolgiamo la nostra preghiera. Non una semplice lettera. 

Non scriviamo da tecnici del diritto ma da semplici cittadini, uomini e donne italiani, poeti del territorio calabrese, fieri della loro bandiera. 

L’Italia che Lei ben rappresenta, al di là e al di sopra di ogni fazione ideologica, non può ignorare oltre lo scempio della Dignità e della Vita stessa che i luoghi di guerra, oggi, rappresentano. 

Una macchia, la quiete, la pazienza l’ignavia ed il silenzio, che l’Italia, culla del Diritto e di una Cultura che mise al centro del suo universo l’Uomo, non può imprimere sull’ epidermide del suo Tricolore. 

Presidente da Italiani non possiamo consentire che un giorno i nostri figli abbiano a vergognarsi della pavidità del loro popolo che girò lo sguardo mentre bambini innocenti pagavano il dazio di essere nati in una terra abbandonata dalla Storia e dai suoi moniti. 

Presidente la fame e altre forme di oppressione, non conoscono casacche e la guerra combattuta con queste armi non ha onore, lede i diritti dei vinti e toglie valore ad ogni atto dei vincitori. 

Bertolt Brecht “Nei tempi oscuri” scriveva: “Tuttavia non si dirà: i tempi erano oscuri

ma: perché i loro poeti hanno taciuto?”

I Poeti Per la Pace inequivocabilmente, incessantemente e, soprattutto, pacificamente e senza bandiere di parte, se non quelle della cultura, elevano il loro NO alla guerra come soluzione dei contrasti fra i popoli. 

La rivendicazione della Pace come bene essenziale ed insostituibile per l’intera umanità è oggi più che mai necessaria. 

Dalla Pinetina di Gambarie in Aspromonte e dalla città di Reggio Calabria, i Poeti radunati per Urlare la Pace sono consapevoli che la Poesia sia un segno indelebile che non può cambiare, da solo, i destini del mondo, ma costituisca, tuttavia un punto fermo, una presa di posizione incancellabile da cui partire, almeno per le proprie coscienze.  

I loro versi diverranno “foglio vivente e reale” su cui marchiare il NO corale alle guerre e lo Stop all’attuale massacro di Gaza perpetrato in spregio al diritto internazionale e ai Diritti degli Uomini. 

Piccole gocce nel mare… indubbiamente. Ma anche l’Oceano nacque da una lacrima di Dio, qualunque nome Egli abbia. 

Presidente levi la Sua voce autorevole, faccia vibrare le corde della civiltà italica a cui apparteniamo, ci restituisca l’orgoglio di dirci figli della Libertà e del Diritto Internazionale quello che non vuole cibarsi dell’abuso ma sa fondarsi sul dialogo e la cooperazione fra i popoli. 

Dia maggiore voce all’Italia quella che non sa fingere di non vedere lo scempio di vite umane, quella che in altri tempi, si sarebbe proposta quale negoziatrice privilegiata di Pace. 

Presidente, scuota questi Tempi oscuri, ricordi al mondo quale crogiolo di civiltà e cultura noi fummo, consapevoli che solo dentro la Pace, l’uomo, ogni uomo, di ogni latitudine, si riscatta dalla feralitá. 

Presidente stringiamo fra le mani la nostra Costituzione ricordando al mondo e a tutte le istituzioni che l’Italia ripudia la guerra e che, dentro quel ripudio, non può restare inerte dinanzi al pianto di bimbi uccisi dalla fame. 

Sproni Presidente, i nostri rappresentanti affinché levino una voce unanime contro le guerre e affinché si facciano veri garanti di Pace, non è facile ma bisogna crederci. 

Un solo bimbo dagli occhi sbarrati dalla morte ci chiederà conto, un giorno di dove fossimo in quella calda estate del 2025 quando il mondo, impassibile, aveva ignorato il suo grido e quel corpo scheletrico a schernire i nostri “mai più!”. 

Confidando nel Suo Amore per la Costituzione noi saremo sempre al suo fianco 

I Poeti, per il tramite del loro Coordinatore, dott. Giovanni Suraci, chiedono di poterLa   incontrare al Quirinale nelle modalità che avrà modo di indicarci, per farLe sentire tutta la forza delle loro emozioni votate al Bene Supremo e farLe conoscere la loro   fierezza di essere italiani accanto e uniti a Lei nel segno di quel “ripudio” che onora ogni civiltà“.