Oggi si celebra la Giornata della Salute Mondiale. Un tema delicato, certamente importante, a cui tuttavia, non viene data la giusta attenzione. In Italia, nel 2024, oltre 16 milioni di italiani hanno sofferto di disturbi psicologici di media e grave entità, con un incremento del 6% rispetto al 2022. Il dato non può che peggiorare alla fine del 2025. Ansia e depressione si confermano tra le problematiche più diffuse.
Secondo lo studio condotto da Ipsos nel 2024, lo stress colpisce soprattutto le donne delle generazioni più giovane. Circa il 40% delle donne della Generazione Z afferma di essersi sentita depressa, al punto di provare disperazione, tristezza e senso di inadeguatezza quasi ogni giorno o molto spesso nel corso di una sola settimana. Anche i Millennials affermano di sentirsi stressati al punto di avere difficoltà nel eseguire le azioni più comuni, come andare a lavorare (47%).
I dati allarmanti dell’associazione di volontariato “Telefono Amico”
Sono circa 300 le persone che ogni giorno chiedono aiuto a Telefono Amico Italia, organizzazione di volontariato che da quasi 60 anni offre supporto con i suoi 600 operatori in 21 centri. I problemi più frequentemente segnalati sono:
- Problemi economici (4.726 segnalazioni, stabile)
- Violenza (fisica, psicologica, sessuale: 4.290 segnalazioni, +11%)
- Problemi lavorativi (3.904 segnalazioni, +11%)
- Invalidità (3.788 segnalazioni, +24%)
- Separazione/divorzio (3.074 segnalazioni, +3%)
Gli Ambiti con la Crescita Più Forte:
Si registra un aumento significativo delle richieste di aiuto legate a disagi interni:
- Autolesionismo: (654 segnalazioni, +19%)
- Disturbi Alimentari: (860 segnalazioni, +18%).
La grande mobilitazione mediatica sui social…che si scaglia con la carente sul campo
Dando uno sguardo ai social network, sono molti gli utenti – sia personaggi pubblici che non – a sensibilizzare sull’argomento. Numerosi i video, i post che, tramite gli Hashtag, diffondono pensieri e opinioni di coloro che, stanno affrontando o l’hanno fatto in passato, problemi di questa entità. Tuttavia, non possiamo dire lo stesso sul campo, dove le risorse a disposizione, sono alquanto carenti.
Secondo una ricerca svolta da “Terzo Millennio-UIL” il nostro Paese, con la legge Basaglia del 1978, ha abolito i manicomi e ha puntato su servizi territoriali e comunitari. Un approccio che ha cambiato le sorti dei trattamenti dei disturbi mentali, mettendo al primo posto la cura della persona. Ma i servizi di salute mentale dipendono dalle Regioni. Questo, arreca forti disparità territoriali nella disponibilità di strutture residenziali e personale dedicato, che compromettono tempestività, qualità del servizio, e aiuto concreto a tutti coloro che ne hanno bisogno.
Passando alla carenza di personale, sempre secondo la ricerca, ci sono circa 8 psichiatri ogni 100.000 abitanti, contro i 12 della media europea. La spesa per la salute mentale in Italia si aggira intorno al 3% della spesa sanitaria totale, molto inferiore alla media europea (6-7%). Questo comporta alla mancanza di servizi pubblici strutturati e la stigmatizzazione, resta un problema rilevante.
Finché il diritto alla cura della salute mentale non diventa un pilastro del Servizio Sanitario Nazionale, la crisi non farà che peggiorare. Le campagne di sensibilizzazione aiutano a dargli rilevanza, ma non a cambiarne le sorti. A esse, deve collegarsi un atto politico radicale che tuteli l’intera comunità da un piaga grave e silente.



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