Dalla squadra costruita in 36 ore alla vittoria nel derby: tutti i segreti dietro il miracolo ACR Messina

ACR Messina: tutti i segreti dietro la vittoria del derby dello Stretto e l'impresa di questo avvio di torneo

Non è solo la vittoria nel derby dello Stretto a far brillare il cammino dell’ACR Messina (in campo) in questa stagione, ma una vera e propria impresa che si è sviluppata in tempi record e in un contesto tutt’altro che facile. Tra difficoltà societarie e una partenza che sembrava impossibile, la squadra ha saputo trovare forza, coesione e un gruppo che, al di là delle difficoltà tecniche, ha dato tutto per conquistare 12 punti fondamentali in campionato (sul campo, al netto della penalizzazione). Una squadra che ha messo in mostra cuore, determinazione e voglia di riscatto, con il derby contro la Reggina come punto di svolta simbolico e concreto.

Un progetto nato in 36 ore

A far partire questa macchina, prima ancora che arrivasse il fallimento, è stato sicuramente Giuseppe Peditto, a cui va dato il merito di aver insistito anche nel momento più difficile. Insieme a lui, tra gli artefici, c’è Giuseppe Munaò, colui che ha rimesso in carreggiata la suddetta macchina già fatta partire da Peditto. Ma a dare vita alla squadra in modo concreto è stato il direttore sportivo, Martello, che in sole 36 ore ha costruito un team capace di competere con tutti, nonostante il tempo ridotto e le difficoltà economiche. Martello, voluto da Munaò, che insieme all’amico Romano ha lavorato benissimo sulla squadra.

L’esperienza di Martello, e la sua conoscenza del mercato, hanno fatto la differenza: chiamare i giusti giocatori, creare un mix tra tantissimi giovani promettenti e motivati e qualche atleta esperto, è stata una mossa fondamentale. Martello ha subito puntato su chi conosceva già, facendo leva su rapporti consolidati con procuratori e calciatori, senza però dimenticare di guardare ai nuovi talenti da far crescere. Un esempio lampante è l’arrivo di Toure, capace di sfruttare la sua velocità per innescare il contropiede della squadra, ma anche di altri elementi come Roseti, che ha trovato fiducia nei gol e ha dimostrato il suo valore.

Il miracolo del gruppo

La vera forza di questa squadra, però, non sta solo nelle scelte tecniche o nelle singole giocate, ma nella capacità di formare un gruppo unito, compatto, che ha saputo isolarsi dai problemi esterni. Nonostante le difficoltà societarie, che oggi hanno portato al passaggio del ramo sportivo al Racing City Group, la squadra ha trovato il modo di rimanere concentrata e motivata. I meriti non sono solo dei personaggi sopracitati, ma anche di figure come il Team Manager Paolo Pirri, che ha fatto da collante, riuscendo a creare un clima di solidarietà e cooperazione. I giocatori hanno condiviso ogni momento, allenamenti, pasti, e anche il tempo libero, girando per la città e vivendo insieme. Un legame che ha creato quella “famiglia” che tanto è mancata ad altre squadre, ma che qui ha fatto la differenza.

Il derby contro la Reggina: il riscatto di un gruppo

Il derby contro la Reggina è stato l’emblema di tutto questo. Una partita che, nonostante le difficoltà fisiche dovute alla mancanza di una preparazione atletica adeguata, ha messo in evidenza la grinta, la forza e la determinazione dei ragazzi di Messina. La Reggina, alla vigilia considerata la favorita, non è riuscita a trovare la stessa coesione di un Messina che, con spirito di sacrificio, ha trovato la sua identità. Un 1-0 che ha dimostrato che, in questa squadra, non è solo la tecnica a fare la differenza, ma la voglia di lottare per ogni centimetro del campo.

Non c’era bisogno di preparazione atletica, evidentemente, perché ciò che ha davvero fatto la differenza sono stati i valori umani. La squadra ha capito che, in un contesto così difficile, l’unico modo per emergere era restare uniti, aggrapparsi alla forza del gruppo e superare insieme le difficoltà. La mentalità del “non mollare mai” ha caratterizzato ogni partita, e il derby è stato solo il coronamento di un lavoro straordinario, condotto con il cuore.

Il futuro: con il gruppo e con l’entusiasmo ritrovato

Adesso, con 12 punti sul campo, una penalizzazione quasi azzerata, un gruppo che sembra rinato e una nuova proprietà, l’ACR Messina può guardare al futuro con maggiore serenità e determinazione. La sfida è ancora lunga ma la fiducia comincia a crescere e, dopo le novità di oggi, potrebbe aprirsi una nuova era, dopo mesi da incubo e anni – in generale – apatici.