Scintille a distanza tra Walter Zenga e Pietro Lo Monaco, insieme a Catania ai tempi degli etnei in Serie A. L’ex portiere, che di recente ha avuto diversi screzi anche con il Presidente del Siracusa (breve parentesi da dirigente nei mesi scorsi per lui), ha svelato i motivi per cui ha lasciato la panchina del Catania nel 2009: “vado a Catania il 1 aprile e il 6 giochiamo in casa col Napoli. Lo Monaco mi dice: ‘puoi portare solo un collaboratore’; io decido di portare Gianni Vio, il preparatore delle palle inattive. Lui mi dice ‘Perché adesso c’è bisogno del preparatore delle palle inattive?’ La prima partita vinciamo 3-0 e facciamo il primo gol su punizione, se vai a vedere in quella situ non ci abbiamo capito niente noi, figurati gli altri”.
“A Catania ho fatto cose… il primo anno la salvezza, il secondo il record di punti e nelle ultime 6 partite ne abbiamo perse cinque e vinta una perché la società mi aveva chiesto di fare giocare determinati giocatori. Ed è per questo che me ne sono andato. Ti posso garantire che in quello spogliatoio non è stato facile entrare. se dovessi tornare indietro a Catania ci sarei rimasto” ha raccontato.
Soprattutto le ultime dichiarazioni hanno provocato l’intervento di Lo Monaco: “esempio classico di quando la parola è assolutamente in contrasto con il cervello. Dico: ma invece di dire cavolate assolutamente fuori luogo non sarebbe meglio tacere? Caro Zenga, sai qual è stata la grandezza del Catania? Essere riuscito a far allenare in A anche gente come te… e mi fermo qui nella speranza che la smettiate di usare il Catania” la risposta di Lo Monaco a Zenga.



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