di Francesco Marrapodi – In Calabria, dove tutti conoscono tutti e ogni volto è il riflesso dei propri fratelli, dei cugini e dei parenti, il bullismo non dovrebbe esistere. Invece c’è, esiste, e cresce sempre di più, lanciando un grido d’allarme che non possiamo ignorare.
Negli ultimi mesi, episodi inquietanti hanno segnato le nostre comunità. Non parleremo di nomi, né racconteremo le vicende personali, perché il dolore di chi ha sofferto è già abbastanza grande. Ma non resteremo indifferenti di fronte a questa meschina assurdità. Perché farlo sarebbe come commettere il più grande dei crimini morali; il bullismo è un male che si insinua invisibile, che brucia più del fuoco, e va combattuto con ogni mezzo! È il segno di un’umanità che ha dimenticato la compassione, la capacità di guardare l’altro senza giudizio, di tendere la mano invece di stringere un pugno.
La società, che dovrebbe insegnare amore e solidarietà, si trasforma invece in un terreno di inquietudini e frustrazioni
La società, che dovrebbe insegnare amore e solidarietà, si trasforma invece in un terreno di inquietudini e frustrazioni. Per alcuni ragazzi, questa frustrazione diventa rabbia; per altri, disperazione. E chi paga il prezzo più alto? Sempre chi non ha la forza di difendersi. Chi diventa bersaglio di chi non sa affrontare i propri demoni. Perché il vero debole non è chi subisce, ma chi infligge dolore. Il bullo è il vero debole, colui o colei che scarica le proprie frustrazioni sugli altri perché non riesce a guardare con coraggio dentro sé stesso. La violenza che semina non è altro che un grido silenzioso di frustrazione, conseguenza di un deficit mentale che nessuno ha saputo sanare.
Il bullismo nasce nelle nostre stesse case
E c’è una verità più profonda, spesso taciuta: il bullismo nasce nelle nostre stesse case, laddove manca l’insegnamento del rispetto, della comprensione, della responsabilità. Come possiamo pretendere che i ragazzi diventino empatici se nessuno insegna loro a guardare e a comprendere il dolore altrui? Come possono riconoscere la sofferenza se non hanno mai imparato a sentirla? Ma non è una battaglia persa.
La scuola può diventare il faro che guida questa generazione verso un futuro migliore
La scuola può diventare il faro che guida questa generazione verso un futuro migliore. Insomma “là dove la famiglia fallisce, la scuola può riuscire”. È necessario un disegno di legge che introduca il civismo e la lotta al bullismo come materia costante nelle classi. Immaginate aule dove si studiano il rispetto, la tolleranza, la forza dell’amore per l’altro. Immaginate giovani educati non solo a leggere e scrivere, ma a comprendere il valore della vita e della solidarietà?
L’arte può diventare un’arma contro questa piaga
Anche l’arte può diventare un’arma contro questa piaga. Lo dimostra l’iniziativa “Voci d’Europa – L’arte contro il bullismo”, che si terrà a Roma nel Palazzo del Parlamento Europeo, dal 21 al 22 ottobre, promossa dall’associazione culturale “Art Global” e guidata dalle calabresi Angiolina Marchese e Rosanna Vetturini. L’arte insegna a sentire, a riconoscere il dolore, a trasformare la sofferenza in forza di cambiamento. La vera domanda, allora, è questa: perché abbiamo dimenticato che l’amore è la risposta? Perché chiudiamo il cuore invece di aprirlo, ignorando chi soffre, trascurando chi è solo? E se invece tendessimo una mano, offrissimo una parola che consola, un sorriso che accende la speranza? Un mondo in cui l’individuo si fa carico del bene dell’altro, in cui empatia e comprensione non siano eccezioni ma regole condivise, sarebbe il solo futuro possibile.
Solo attraverso iniziative concrete e cuore aperto possiamo spezzare le catene del bullismo. Solo insieme possiamo fermare la spirale di violenza che minaccia i sogni di un’intera generazione. Solo nell’amore, nella solidarietà e nella fratellanza possiamo riscoprire il vero significato della vita. Perché la speranza non è un’illusione. È il fuoco che dobbiamo accendere nei cuori dei nostri figli. E quella fiamma può trasformare la Calabria – e il mondo – in un luogo dove crescere senza paura.



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