Una partita deludente, una Serie D più scadente e un atteggiamento imbarazzante: cosa ci ha detto Reggina-Nissa (e non solo)

Reggina-Nissa di ieri ci ha detto tante cose: le elenchiamo nell'editoriale di StrettoWeb

Cosa ci ha detto Reggina-Nissa? Innanzitutto, mentre guardavamo la partita, ma anche immediatamente dopo, specialmente in seguito a una ripresa mortifera, la sensazione è stata quella: se Reggina e Nissa sono considerate le due squadre più attrezzate del girone I di Serie D, allora “stiamo freschi”. E’ presto, prestissimo, è vero, ma negli ultimi tre anni segnali chiari erano già arrivati da alcune compagini dopo due partite. Ieri al Granillo, sinceramente, no. Rispetto a Palmi e Favara, la Reggina ha recuperato in solidità e cinismo, non di certo in brillantezza (ci può stare) e in organizzazione in fase di palleggio. Sicuramente no in fatto di “forza reale”. Non ha dato affatto l’impressione di essere “lo squadrone” in grado di ammazzare il campionato e vincere ogni partita 3 o 4-0, almeno al momento. La Nissa, dal canto suo, ha mostrato maggior qualità e capacità di palleggio, arrivando spesso in porta con facilità, ma peccando clamorosamente in fase di finalizzazione. Neanche i siciliani, ad oggi, danno l’impressione di essere particolarmente pungenti. D’altronde, un punto in due partite non può soddisfare.

Quante perdite di tempo, ma non è la Reggina in Serie A…

Tornando alla Reggina, c’è un fatto non proprio piacevole che abbiamo notato, nella speranza che sia solo legato al fatto di essere ad inizio stagione. Montalto, dopo il suo ingresso, ci è sembrato tanto essere Bonazzoli quando, 20 anni fa, contro la Roma, la Juve o il Milan, entrava in campo per tenere il pallone lontano dall’area, prendendo (e perdendo) tempo, difendendo il pallone, conquistandosi il “falletto” utile a far scorrere le lancette. Un atteggiamento, insomma, che andava bene quando la Reggina recitava il ruolo di provinciale in Serie A, non di certo oggi dove si è costretti a elemosinare una vittoria di misura e risicata contro la Nissa. E non vogliamo pensare che ci sia subito esaltati, come l’anno scorso, quando bastava un 3-0 al paesino dell’entroterra per urlare alla vittoria della Champions League.

Intendiamo dire che 40 minuti di perdite di tempo, falli tattici ogni volta che gli avversari superavano la metà campo, numerosi cartellini gialli compreso quello del portiere che guadagnava persino secondi sulle rimesse dal fondo, non sono degni di una Reggina in Serie D. Se a Favara era stato imbarazzante il risultato, oltre la prestazione, ieri è stato l’atteggiamento ad imbarazzare (e il risultato l’unica cosa da salvare).

Il livello del girone I è molto più basso degli altri anni

Ma Reggina-Nissa ha anche detto, indirettamente, altro. Che, probabilmente, il livello del girone I di Serie D di quest’anno è molto più basso rispetto agli ultimi anni. Prova ne sono i tantissimi pareggi di ieri. Nessuna squadra a prevalere sulle altre, tanto equilibrio e nessuno a punteggio pieno dopo due giornate. Anche qui è presto, prestissimo, ma anche qui la consapevolezza è pensare che la quota promozione possa abbassarsi. Due anni fa il Trapani non perse mai, l’anno scorso il Siracusa perse solo quattro volte. Oggi, dopo due giornate, Reggina e Nissa hanno già una sconfitta a testa, ma non vedono grandi possibili spauracchi all’orizzonte. E dopo due partite non c’è nessun girone di Serie D che non aveva squadre a punteggio pieno.

Quella comunicazione su Trocini ai giornalisti è sbagliata, per modi e per tempi

Ultima nota a margine: abbiamo scoperto che la breve dichiarazione di mister Trocini, a causa di motivi personali, fosse legata a un aereo da prendere da Lamezia nel tardo pomeriggio, fatto che ha accelerato le sue volontà da andare via dal Granillo con urgenza dopo la fine della partita. La comunicazione fornita ai giornalisti, lo ribadiamo così come già scritto venerdì (e come già sottoposto anche al club, per tramite dell’ufficio stampa), rimane ambigua e strana per tempistiche e modalità. In un momento come quello, dopo una settimana e un confronto tesi, dopo una sconfitta brutta, il metodo ha lasciato adito a ipotesi e chiacchiericcio in città. E non lo abbiamo fatto notare soltanto noi.