E’ caos totale intorno alla Sancataldese, unica squadra a zero punti dopo due giornale nel girone I di Serie D. Domenica, la sconfitta interna contro un Messina disastrato a livello societario, e da ieri fallito. I tifosi, imbufaliti, se la sono presi con il portiere La Cagnina, che è anche figlio del presidente. Per questo comportamento, il numero uno del club ha chiesto le dimissioni, che però la dirigenza ha respinto, motivando ciò che è successo attraverso un comunicato.“Scrivo – ha detto il presidente in una lettera – non solo da presidente, ma soprattutto da padre. È inaccettabile trasformare una sconfitta di squadra in un attacco personale. Sentire dire che gioca solo perché è mio figlio è una menzogna colossale. In questo clima non è più possibile andare avanti, vedere un figlio diventare bersaglio di insulti e insinuazioni mi ha tolto ogni entusiasmo. Non intendo più dedicare un solo minuto né un solo euro a chi oggi si è dimostrato ingrato e offensivo”.
Il comunicato della dirigenza e del CdA
Come detto, la dirigenza ha respinto. Questo il comunicato:
“A nome del CDA e di tutta la Dirigenza della Sancataldese Calcio, esprimiamo la nostra massima solidarietà nei confronti di Michele, del presidente Ivano e di tutta la famiglia La Cagnina per quanto accaduto, esprimendo la più sincera vicinanza. Atteggiamenti incresciosi, quelli visti ieri allo stadio al triplice fischio, e poi proseguiti sui canali social, che non hanno nulla a che fare con il nostro modo sano e sincero di fare calcio. Ieri San Cataldo ha perso 2 volte! La sconfitta sul campo ci può stare: consapevoli che quando si fa sport, si può vincere e si può perdere, accettando il verdetto. Ma la sconfitta più grave difficile da digerire è stata quella che ci è stata inflitta da persone che non hanno nulla a che fare con lo sport e con l’attaccamento ai colori verdeamaranto.
Il tifoso “in giacca e cravatta”, che quasi sogna l’errore o la disfatta del singolo e del gruppo, per poter godere e farsi notare con le proprie incivili esternazioni. Sgradevoli ed altamente offensive sia allo stadio che dietro una tastiera. Eravamo convinti che dopo più di 20 anni di guida da parte di questa Dirigenza, anche il nostro pubblico avesse raggiunto quel senso di maturità necessario per continuare a fare sport in modo serio e programmato, così come lo è stato per noi. Invece si rimane increduli nell’assistere a questi atteggiamenti e azioni che attaccano, colpiscono e feriscono non solo il giovane atleta, Michele La Cagnina, sempre professionale dentro e fuori, grande esempio di “sancataldesità” in tutto, ma anche il Presidente e tutta la Dirigenza che mette anima, cuore e fa grandi sacrifici e sforzi economici per far vivere a San Cataldo e al centro Sicilia delle emozioni calcistiche che sono, per il nostro territorio, un vero e proprio lusso. Ci dispiace per quella parte della tifoseria sana, per i ragazzi del Commando che incitano i nostri ragazzi sempre, dentro e fuori casa, ci dispiace per i tantissimi ragazzi e ragazzini che si stanno innamorando sempre più, giorno dopo giorno, a questi colori. Ma dobbiamo tutti prendere atto di quanto è successo, stavolta con una gravità senza precedenti, e prendere una pausa di riflessione per capire bene cosa fare.
Completeremo la stagione come è corretto che sia, nel rispetto dei tesserati, dei veri tifosi, e di chi ama lo sport e la Sancataldese. Nel frattempo valuteremo bene se proseguiremo o meno questo lungo percorso che è stato avviato tanti anni fa e che rischia seriamente di fermarsi, per colpa di queste azioni irrispettose e incivili, che durano da tempo. Questi pseudo tifosi non meritano neanche di definirsi tali e meriterebbero di essere isolati da tutti e da tutto. Ci assumiamo l’impegno di arrivare a fine stagione, completarla ed onorarla, cercando di centrare il nostro obiettivo che si chiama salvezza, per dedicarla a Michele, ad Ivano e a tutta la famiglia La Cagnina. L’intero CDA respinge al momento le dimissioni del Presidente La Cagnina riservandosi in seguito le prossime azioni da intraprendere”.



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