Schiavonea, striscione sotto casa di Gattuso: ai proPal non importa che sia “uomo di pace”, lo vogliono sovversivo

L'ultima follia proPal, a Schiavonea si contesta Gattuso: striscione sotto casa del CT per le parole spese in favore della pace prima di Israele-Italia

La sfida Israele-Italia che si disputerà in Ungheria lunedì sera porta con sé parecchie polemiche. Non potrebbe essere altrimenti, visto quanto sta accadendo a Gaza, argomento che spacca l’opinione pubblica e apre a dibattiti dai toni, molto spesso tutt’altro che civili. La guerra in atto nella Striscia travalica i confini puramente politici e, un po’ per solidarietà, un po’ per monetizzabilità della protesta, viene sposata da influencer, attori, politici e quant’altro. E c’è chi viene anche strumentalizzato, suo malgrado.

Parliamo di Gennaro Gattuso, CT della Nazionale Italiana di calcio, primo calabrese a sedere sulla panchina azzurra e primo calabrese a vincere una partita con l’Italia in una competizione ufficiale. Un vanto per l’intera Regione, una delle figure più importanti nella storia sportiva di questa terra, capace di raggiungere le vette più alte del calcio internazionale da calciatore e, si spera, anche da allenatore.

Una figura che andrebbe universalmente celebrata in Italia, specialmente, nella sua Regione, ancor più nella sua Schiavonea. Lui che non ha mai nascosto le sue umili origini e che ha sempre portato alto il nome di una piccola frazione calabrese che lo accompagna da sempre. La stessa Schiavonea che oggi lo critica per le parole espresse in favore della pace prima di Israele-Italia.

Le dichiarazioni di Gattuso prima di Israele-Italia

Io sono un uomo di pace e mi fa male al cuore vedere civili e bambini colpiti, mi fa male al cuore – ha affermato Gattuso in conferenza -. Noi però facciamo un mestiere, anche la Figc sta lavorando tantissimo per trovare soluzioni e fare una gara perfetta a Udine anche dal punto di vista della sicurezza. Il nostro dovere è fare il nostro lavoro, ma spero si arrivi a una soluzione di pace non solo in Israele. E’ una cosa che colpisce al cuore e fa male al cuore“.

Gattuso si è definito “uomo di pace“, ha detto che prova “male al cuore” a vedere la sofferenza e le morti di innocenti, bambini compresi. Ha riconosciuto che in atto ci sia una guerra. E poi, visto che la FIFA ha approvato la regolare partecipazione di Israele alle competizioni europee, e il Viminale ha dato il suo regolare ok alla partita, il CT dell’Italia ha dichiarato di essere pronto a fare il suo dovere e giocare.

La contestazione pro-Pal contro Gattuso: lo striscione a Schiavonea

Apriti cielo. Gattuso, che si è schierato in favore della pace universale, ma non apertamente con la Palestina, oggi controllata da Hamas, un’organizzazione terroristica che massacra civili, nega i diritti dei palestinesi stessi, attacca convogli di cibo e si fa scudo con la popolazione (superfluo dire cosa ne pensino della pace i terroristi…), è stato contestato nella sua stessa Schiavonea.

Sotto casa dell’ex calciatore del Milan è apparso uno striscione “Rino, non si gioca con chi uccide bambini“. Ai pro-Pal non basta che Gattuso voglia la pace, vorrebbero un CT sovversivo, che incroci le braccia e si rifiuti di giocare, che si barrichi a Coverciano sostituendo la bandiera palestinese a quella italiana, che prenda Sandro Tonali e Moise Kean (evitando di passare anche per razzista, non si sa mai) e monti su una flottiglia per portare un carico di soppressata a Gaza City.

In un comunicato stampa inviato dal “Coro per la Palestina” si parla di cittadini di Schiavonea delusi dal comportamento di Gattuso che “nascondendosi dietro la retorica dell’uomo di sport, e sostenendo di essere contro le guerre (Rino è un genocidio, non una guerra!) ha detto che la partita dev’essere giocata“. Che a Gaza non sia in atto un genocidio lo abbiamo già spiegato attraverso dati concreti, ai proPal però questo non va bene.

Non manca, infine, la natura politica della manifestazione di protesta, nel riferimento finale al Governo Meloni. Lo striscione, in cui si fa riferimento ai bambini, viene però definito nel comunicato come un monito per ricordare a Gattuso di prendere una posizione politica poichè “oggi più che mai serve la presa di posizione di tutti per spingere il Governo Meloni, che continua a girarsi dall’altra parte trincerandosi dietro la retorica dell’invio di aiuti umanitari e dell’accoglienza di qualche decina di bambini, a prendere una posizione netta e di rottura con Israele“.

Nessun riferimento, guarda caso, ad Hamas. Nessun riferimento ai bambini uccisi da Hamas, organizzazione che sceglie di utilizzare gli asili e gli ospedali come copertura per le proprie basi strategiche. Certi riferimenti non ci sono mai. Esiste una pace universale e una pace proPal.

Contestazione Gattuso Schiavonea