Come prevedibile, è arrivata la risposta dell’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria in merito alla mancata concessione del minuto di silenzio nei confronti di Charlie Kirk, proposta avanzata da Massimo Ripepi nel corso del Consiglio odierno. Per la precisione, le parole sono quelle del Presidente Marra, che ha motivato la decisione dietro al fatto che Kirk non fosse un uomo delle istituzioni. Eppure, e non serve andare troppo in là col tempo, nei Consigli Comunali di Reggio Calabria sono stati concessi minuti di silenzio anche per persone non legate alle istituzioni. Il 31 luglio scorso, ad esempio, fu tributato a Demetrio Marino, dipendente della Castore morto improvvisamente in seguito a un malore. Neanche lui era un uomo delle istituzioni. Ma esempi ce ne sarebbero a iosa.
La realtà è che, a prescindere dall’essere a favore o in disaccordo, Kirk è stato ucciso per le sue idee politiche, è stato fatto fuori per quello che esprimeva. E questo è gravissimo, così come è gravissimo che un’Amministrazione (di Sinistra, come l’assassino di Kirk e come l’intera area politica che in tutto il mondo sta minimizzando l’accaduto) non conceda un atto che è puramente simbolico. La motivazione ufficiale è quella di Marra, ma la decisione nasconde altro. E l’ha ammesso Giuseppe Marino, che ha detto chiaramente che le idee di Kirk non potevano essere condivise. Confermando, difatti, i motivi che hanno portato al “no” a Ripepi.
La nuova (è la terza in poche ore) versione dell’Amministrazione
Ma l’Amministrazione Falcomatà è così talmente tanto confusa che nella nota stampa diffusa fornisce un’altra versione: spiega che lo ha fatto per evitare strumentalizzazioni. Insomma, ma quali sono i motivi? “Pur riconoscendo la gravità e l’efferatezza dell’omicidio di Charlie Kirk, con l’aggravante di considerare il fatto come un attentato alla libertà di pensiero, che questa amministrazione considera sacra ed inviolabile, si è ritenuto di non concedere un minuto di silenzio, per quanto concerne avvenimenti americani – seppur impattanti nel contesto internazionale – i cui risvolti sono stati già ampiamente strumentalizzati sotto l’aspetto politico anche in Italia” ha detto Marra.
“Si è, pertanto, adottato un parametro di valutazione non dissimile rispetto a quello adottato tre anni fa, in occasione della morte di cinque persone per l’assalto al Campidoglio Capitol Hill a Washington, o più recentemente, quando una deputata del Partito Democratico del Minnesota, insieme a suo marito, anch’egli politico democratico (il Senatore John Hoffman), furono uccisi per motivi politici. Ebbene, pur nella consapevolezza della drammaticità di quegli eventi, non si ritenne opportuno avanzare alcuna richiesta di “minuto di silenzio” per le ragioni testé evidenziate, ossia per evitare il rischio di facili strumentalizzazioni. Questa presidenza – conclude – nel ribadire la ferma condanna di ogni forma di violenza fisica e/o verbale, senza distinzione alcuna di orientamenti politici, sociali, culturali e sessuali, si augura che la polemica odierna possa ritenersi definitivamente chiusa”.
Non sappiamo cosa si sarebbe potuto strumentalizzare nel concedere un minuto di silenzio simbolico, a Reggio Calabria (a migliaia e migliaia di chilometri di distanza dall’omicidio), all’interno di un Consiglio Comunale di una città italiana. Ma tant’è, rigireranno la frittata per raccontarla – come sempre – come fa comodo a loro.



Vuoi ricevere le notifiche sulle nostre notizie più importanti?