Un tifoso della Reggina di 35 anni, abbonato da 25, ha scritto alla redazione di StrettoWeb per raccontare la sua testimonianza odierna al Granillo. Al protagonista della vicenda, in pratica, è stato negato l’accesso allo stadio. Ha dimenticato di ritirare la tessera, ma aveva con sé il documento riportante il numero di richiesta dell’abbonamento annuale. Arrabbiatissimo, si è ripromesso di non sottoscrivere più abbonamenti. Di seguito la lettera integrale.
La lettera
“Buon pomeriggio, chi scrive è un ragazzo di 35 anni di Reggio Calabria, tifoso della Reggina ovviamente e abbonato da venticinque anni per l’accesso allo stadio, che ha sempre rispettato le regole e, soprattutto, sempre pagato contribuendo nel suo piccolo ai mantenimento della società, indipendentemente dai titolari effettivi del momento. Ebbene, in data odierna 14.09.2025, mi reco allo stadio Granillo, come ogni domenica di campionato in cui la nostra squadra del cuore gioca in casa, e sfortunatamente per una mera dimenticanza mi accorgo di non aver ritirato la tessera per poter accedere, avendo tuttavia in possesso il documento riportante il numero di richiesta dell’abbonamento annuale (VALIDO PER LA MANIFESTAZIONE) sottoscritto in data 07.08.2025, dunque tra i primi a farlo per la stagione 2025-2026, per un importo complessivo di euro 177,50.
Nonostante vi sia riportata la dicitura che “tale documento costituisce solo un promemoria e che per accedere allo stadio si dovrà usare la relativa tessera da ritirare allo store” (chiuso la domenica), chiedo gentilmente, mostrando il mio documento d’identità, di verificare quanto dovuto e consentirmi comunque di entrare per assistere alla prima partita della stagione Reggina-Nissa: inizialmente vengo indirizzato a seguire comunque la fila per i tornelli, nonostante abbia fatto presente che il foglio in questione non conteneva il barcode per la lettura, ma seguo ossequiamente le indicazioni; giunto presso i controllori, vengo respinto senza alcuna esitazione, i quali si rifiutano anche di verificare la corrispondenza dei dati riportati nel mio documento di riconoscimento e il documento in mio possesso (attività che obiettivamente non viene mai svolta, in quanto gli stessi nella maggior dei casi inseriscono le tessere nei tornelli senza verificarne l’effettiva autenticità dei presentatori) attestante regolare ricevuta di pagamento ed emissione del relativo abbonamento, di per sè valido sin dalla data dell’acquisto.
Ora, pur ammettendo una mia involontaria inadempienza (la prima in tutti questi anni, può succedere a tutti, siamo umani), il sottoscritto disponeva comunque di documenti utili sia per l’identificazione che per l’accesso i quali, usando un minimo di buon senso ed evitando un atteggiamento che, pur nel rispetto delle formali disposizioni impartite, si poteva francamente evitare: in quanto, non solo eccessivamente rigido, ma anche violativo di un diritto acquisito già al momento del pagamento e dimostrato attraverso l’esibizione di un atto che comunque costituisce la rappresentazione di quest’ultimo, seppur non incorporato in una tessera magnetica. In tutti questi anni non mi era mai successo di essere rimandato a casa, nonostante il possesso dei requisiti e l’interpello anche delle Forze dell’ordine, le quali sebbene abbiano tentato una mediazione hanno dovuto sottostare alle assurde e insensate “regole” stabilite da soggetti non noti, i quali certamente hanno l’obbligo e il dovere di seguire determinate prescrizioni, ma al tempo stesso non possono rimandare indietro persone che fanno sacrifici economici e di altra natura, in largo anticipo, per potersi assicurare un posto e tifare la nostra amata Reggina nel pieno rispetto della legge e dell’ordine pubblico.
Amareggiato e deluso per il trattamento ricevuto senza alcuna valida giustificazione, credo che questo sarà l’ultimo abbonamento che il sottoscritto effettuerà, nonostante l’amore per la squadra della mia città che mi ha sempre spinto ad acquistarlo a prescindere dalla categoria, perchè non vorrei che un domani dovessi dire a mio figlio che una mera formalità è ritenuta più grave di una violazione vera e propria (come, ad esempio, di chi non fa il biglietto o lo cambia con chi ne ha titolo), al punto tale da essere rimandati a casa.
Per concludere, ritengo tale episodio, oltre che grave e al tempo stesso superficiale nei modi in cui è stato affrontato, meritevole di conseguenze per chi non opera con professionalità e competenza, valori che ormai nella nostra Reggio sono sempre più rari, se non inesistenti in ogni ordine e grado, ove la logica degli “amici degli amici” e dei furbetti conta più dell’onestà vera e propria”.




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